Cairo: "Il mio mantra è sognare in grande". Poi parla del futuro di Simeone
Le parole del numero uno granata ai microfoni di Rai Radio 1

Le parole del presidente del Torino Urbano Cairo a Radio Anch'io Sport, in diretta su Rai Radio 1. Ecco le sue parole riportate da Toro Goal.
Sul gol di Simeone e sulla vittoria contro il Napoli
Sì. Abbiamo fatto bene contro la Roma qualche settimana fa e in generale con le grandi, anche perché in questo avvio di campionato abbiamo affrontato 6 delle prime 10 dell'anno scorso.
Per Simeone futuro in granata?
Sicuramente sì, è un prestito con un riscatto che diventa obbligatorio in modo molto facile. Lo consideriamo un giocatore acquistato e siamo molto contenti. Simeone mi piaceva da tempo. Quest'estate ho detto al mister di prenderlo subito e anticipare tutti invece di inseguire un altro attaccante difficile da prendere.
A Simeone pensavamo già da tempo, da gennaio della scorsa stagione. Il mister era felicissimo, abbiamo proceduto velocemente ed è stata un'ottima cosa averlo fatto. Ci crediamo molto, ha fatto benissimo in questo avvio. Ha proprio quello spirito Toro molto importante per la squadra e per tutti noi.
L'ambiente del Toro chiede sempre di più
Sabato sera, dopo la partita, Simeone mi diceva che quando si gioca in uno stadio con un tifo così per tutta la gara è quasi impossibile non vincere. Ringrazio i tifosi. Ricordo il mio primo anno di presidenza, in cui partimmo che eravamo quasi un'armata Brancaleone.
Con un mercato fatto in una settimana a inizio settembre con gli scarti delle altre squadre, riuscimmo a salire in A grazie alla spinta spettacolare dei tifosi. Così come negli anni successivi, specie nell'anno dell'Europa League. Tutto questo per dire: con la spinta dei tifosi riusciamo a fare delle cose senza la quale non riusciremmo a fare.
Ambizioni e gestione dei conti non si possono incrociare?
No no, si devono incrociare, è molto importante che si incrocino. Non si può dire che non sia ambizioso, lo sono moltissimo. È chiaro che è fondamentale una gestione oculata del club. Nel 2005 il Torino era appena fallito, quindi bisogna stare molto attenti. Le ambizioni sono al massimo possibile, è fondamentale sognare in grande: questo è un mio mantra, un mio must. Poi purtroppo si commettono anche degli errori.
L'investimento più costoso della mia presidenza l'ho fatto nel 2019, dopo un 7° posto e un'Europa League sfiorata: comprai Verdi, mi costò 25 milioni e purtroppo non fu un acquisto dei migliori per me. Di ambizione ne ho da vendere, ma bisogna stare attenti a coniugarla con i bilanci in ordine. In questi ultimi anni, con il Covid che ha falcidiato i bilanci di tutte le squadre, c'è stata un'aggravante e purtroppo il calcio italiano non è stato minimamente aiutato dal governo.
Cosa darebbe Urbano Cairo per vincere il derby?
Adesso non devo dire nulla. Avremo una settimana per prepararla bene, la prepareremo nel migliore dei modi. Ma ne parleremo al momento giusto.