Questo è il Toro.

Diciamolo subito, piccola sbavatura iniziale con Bremer che sonnecchia, N’Koulou, che tornava dopo un mese, un po' appannato e Mayoral che si infila e batte Milinkovic-Savic. Non facile iniziare così, contro una squadra spesso micidiale nelle ripartenze. Ma di lì in avanti solo Toro, un altro Toro. Primo tempo dove ho contato almeno 10 occasioni per i granata, sfortuna, poca determinazione nell’ultimo tocco e parate di Mirante ci hanno impedito di pareggiare. Abbiamo anche rischiato, lasciando campo a loro per il contropiede, ma Ansaldi e Mandragora hanno fatto interventi di testa, cuore e gambe, per evitare il peggio. Poi nella ripresa solo Toro, pressione costante a metà campo, annullato totalmente Mkhitaryan, entrato per dare peso all’attacco giallorosso. Poi anche Dzeko, che ha sostituito Mayoral nella solita staffetta. Ma stavolta Izzo, Bremer e N’Koulou non ne hanno mollata una. Bravo pure Savic di piede in uscita su Peres. Poi la solita lotta di qualità del Gallo, se la Roma lo vuole davvero da stasera sono 60 i milioni almeno, opportunismo di Sanabria, su pennellata di Ansaldi. Poi anche Zaza, entrato oggi benissimo, bravo a ribadire in porta dopo che Mirante aveva fatto la paratona sul Gallo. E a chiudere Rincon. Voglio sottolineare le prestazione di Mandragora, l’uomo che probabilmente ha dato la svolta alla stagione. Ha lottato Lukic che però si è divorato un gol incredibile. Ma è la pressione costante sui loro portatori di palla a fare la differenza. Il Toro raggiunge quindi Fiorentina e Benevento, ed è a un punto da Lo Spezia. Soprattutto tiene 5 punti sul Cagliari, che ieri aveva fatto l’impresa col Parma, più che altro la rimonta. Il Toro di Nicola dopo il gol di Mayoral non si è sciolto, non ha tremato, qui sta il cambio di passo. Non capitava da un anno e mezzo. Nicola ha rivoltato questa squadra, l’ha rimessa in piedi, gli ha ridato motivazioni che erano sparite. Ha battuto pure il Covid che, dopo la fondamentale vittoria in Sardegna, gli ha dimezzato la squadra. E oggi ancora Sirigu è fuori per questo. Anche con Verdi non ha avuto paura, rigenerandolo in un’altra posizione. Sbaglia ancora tanto, ma è tornato un giocatore. Ora Bologna e Napoli, partite di grande qualità. Ci vuole la stessa determinazione. Senza paura per toglierci dalle sabbie mobili.


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