"Il Novantesimo", un racconto ambientato a Torino alla vigilia di un derby
"Sa che il Torino vincerà 2 a 1, con un rigore parato e ribattuto in rete da un esordiente al novantesimo"

Era tardo pomeriggio, e Torino sapeva di ferro e pioggia. Il mercato stava finendo. I venditori chiudevano i banchi, tiravano giù i tendoni, svuotavano cassette di plastica. L’aria portava odore di frutta marcia, di gasolio, e di lana bagnata.
L’ingegnere aveva lavorato tutto il giorno in azienda, tra disegni e riunioni. Continuava a pensare al nuovo modello di auto su cui lavoravano da mesi.
Aveva individuato un grosso problema, che poteva compromettere seriamente la sicurezza di guida.
Aveva provato a dirlo. Nessuno gli aveva dato retta. Alcuni avevano riso.
Qualcuno lo aveva ammonito: certe cose è meglio non dirle.
Là dentro, le verità scomode fanno rumore.
La pioggia aumentò. I venditori si affrettavano a coprire la merce, chiudere, scappare.
Lui rimase un momento solo, con l’acqua che scendeva sul viso. Poi cercò riparo sotto i portici.
Si respirava un’aria di fermento.
Qualcuno parlava del derby che si sarebbe giocato nel fine settimana.
Un vecchio disse, ridendo: «Se vinciuma stavolta, giuro ch’i vado a pè fin-a Superga, neh! ».

