Lettera di un padre e un figlio a Paolo Vanoli
La scrivono Andrea e Francesco, 51 anni e 12, da tre generazioni almeno del Toro

Ciao Paolo,
siamo padre e figlio a scriverti, Andrea e Francesco, 51 anni e 12, da tre generazioni almeno del Toro. Eravamo al Fila quel giorno di luglio quando alla presentazione della squadra, a fine allenamento ti sei avvicinato agli spalti, per capire, confrontarti con i tifosi più arrabbiati, presentarti. Avevi bisogno di dire a tutti noi che non eri capitato al Toro per caso, ma perché conoscevi bene la nostra storia e in un modo o nell’altro a noi ti sentivi affine. Mi ricordo di essere uscito dalla “nostra casa Granata” con il sorriso, e una speranza; la consapevolezza che al Toro fosse arrivato l’uomo giusto, forse nel momento sbagliato; ma da qualche parte si deve sempre iniziare, e forse anche quel nome, Paolo, per noi così importante, era destino che ritornasse al Fila.

Ci hai chiesto di stare vicini alla squadra, ai ragazzi, al di là di tutte le polemiche che conoscevi e che potevi comprendere. E a quel patto siamo rimasti fedeli, tanto tu quanto noi. Francesco gioca nel Vanchiglia e spesso capita che Il Toro giochi in contemporanea, ma ogni volta che possiamo siamo in curva. Uno dei ricordi più belli che abbiamo è la trasferta di Venezia, della “tua” Venezia: arrivati tra i primi a tappezzare di granata i vaporetti, attraversare il canale della Giudecca facendolo risuonare dei nostri canti; tornare sudati fradici, accaldati, sapendo di doversi rimettere in auto, di notte per quattro ore, ripensando a quel goal di Coco sotto i nostri occhi, quasi allo scadere! È stato bellissimo: da papà ti voglio personalmente ringraziare per avermi permesso di vivere una giornata così bella col più grande dei miei tre figli: è uno dei tasselli di vita vissuta insieme che rimarrà indelebile per noi. Ne riparliamo spesso e stiamo già cercando di programmare la prossima trasferta. Vorrei che riportassi il nostro ringraziamento a tutti i ragazzi: alcuni di loro sono già papà e capiranno benissimo le mie parole.
Non avevamo infondo nulla di così straordinario da dirti, se non che siamo dalla tua parte, lo siamo da quel giorno di luglio, e non smettiamo di crederci, in te, nei ragazzi che hanno finalmente capito cosa c’è nella maglia che portano.
GRAZIE
Andrea e Francesco.
p.s abbiamo appena preso i biglietti per venerdì, in Maratona ovviamente!