Era risultato positivo al Covid oltre un mese fa. Ora, dopo tante settimane, Urbano Cairo torna a far sentire la sua voce. Parla della malattia e, naturalmente, di calcio: dimostrandosi fiducioso che il suo Torino possa uscire possa uscire presto dalla crisi di risultati che sta attraversando. "Il Covid? Ho avuto le prime avvisaglie verso il 28 di ottobre: un po' di febbre" racconta a Rai GR Parlamento. "Poi è diventata via via. più alta, e con il tampone rapido ho scoperto di essere positivo. Quindi, con la febbre sempre più alta, abbiamo deciso di sottoporci a esami. Avevo un piccolo focolaio di polmonite, e ho deciso di rimanere in ospedale. È una malattia molto subdola: ti sembra sia passata, poi ti torna la febbre e non sai mai come possa evolvere".

Urbano Cairo
Urbano Cairo

"Bisogna essere sempre molto prudenti e attenti: può peggiorare tantissimo. Per mia fortuna, non l'ho vista brutta, ma ero attento che le cose non peggiorassero: oggi per fortuna sto bene, non sono troppo stanco e ho ripreso a pieno ritmo. Tutti noi sappiamo che dopo momenti difficili, ne arrivano di migliori: non dobbiamo abbatterci, ce la faremo sicuramente. Dovremo avere un approccio straordinario su tutto, è un momento particolare".

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo

L'argomento è sicuramente meno impegnativo, ma anche il suo Torino sta vivendo un momento molto difficile. “Va curato decisamente il passaggio dal primo al secondo tempo" spiega il presidente granata. "La mano del nostro allenatore si vede, ma ora ci vuole un passo successivo: servono cuore e grinta che Giampaolo ha e che i giocatori devono recepire. Si è visto un miglioramento del gioco, ci sono idee, serve l'ultimo passo: serve quella cattiveria positiva per cui se arrivi all'ottantesimo e sei in vantaggio di due gol, non puoi farti rimontare. Abbiamo una squadra con dei valori in campo importanti, è stata anche potenziata con una campagna acquisti buona e onerosa. Sto vedendo anche delle cose molto buone, per esempio da alcuni giovani: dobbiamo insistere, la fiducia in Giampaolo è molta, lo stimo tanto. Esonero? Mai pensato nemmeno una volta: credo nel suo lavoro, penso possa fare molto bene con noi e ho fiducia in lui. Non è un atto di generosità ma di stima”.

(fonte: gianlucadimarzio.com)