Gigi Lentini: il legame col Torino ed il passaggio al Milan
Gigi Lentini racconta la sua carriera tra Toro, talento puro e rimpianti. Dagli anni al Filadelfia alla finale UEFA, il legame granata resta indissolubile.

Gigi Lentini, il gioiello del Filadelfia: “Potevo fare di più, ma sono orgoglioso della mia carriera”
Per chi ama il Torino, il nome di Gianluigi Lentini non è soltanto un ricordo: è un simbolo. Un talento straordinario nato e cresciuto calcisticamente all’ombra del Filadelfia, capace di incantare l’Italia intera con le sue accelerazioni, la tecnica pura e quella personalità che lo resero uno dei prospetti più luminosi della sua generazione.
In una recente intervista al canale YouTube di Carlo Pellegatti, Lentini ha ripercorso la sua carriera con sincerità, tra orgoglio e qualche rimpianto, lasciando trasparire ancora una volta quanto il Torino sia rimasto parte fondamentale della sua storia sportiva e personale.
Gli anni al Torino: dalle giovanili al sogno europeo
Lentini approdò giovanissimo nel settore giovanile granata e debuttò in prima squadra alla fine degli anni ’80. In poco tempo si prese la scena: dribbling imprevedibili, strappi in fascia e una maturità calcistica sorprendente per un ragazzo poco più che ventenne.
Il Torino di quegli anni era un gruppo compatto, orgoglioso, costruito con intelligenza, e Lentini ne divenne rapidamente l’uomo simbolo. Il culmine dell’esperienza in maglia granata arrivò nella stagione 1991-92, quando il Toro di Mondonico, una squadra scolpita nel cuore dei tifosi, raggiunse la finale di Coppa UEFA contro l’Ajax.
Lentini fu uno dei trascinatori di quella cavalcata europea indimenticabile: sfrontato, elegante, incisivo. Proprio in quel periodo esplose definitivamente, al punto da diventare uno dei giocatori più desiderati del calcio italiano.

