Petrachi: "Avevo preso Lautaro al Torino. Ecco perché saltò"
L'intervista all'ex direttore sportivo del Toro rilasciata a DoppioPasso Podcast
L'ex ds granata Gianluca Petrachi è stato protagonista dell'ultima puntata di DoppioPasso Podcast, in cui ha parlato del rapporto con Cairo e dei suoi anni al Torino.
Sul rapporto con Cairo
Il rapporto con Cairo nasce dal fatto che non ci presenta una persona di calcio, ma un amico comune, un mio zio che ha vissuto per tanto tempo a Milano. Lui lavorava per tanto tempo nella pubblicità. Sapeva che il presidente stava facendo dei casting.

Le plusvalenze
Nella mia storia ho sempre venduto. Le plusvalenze fatte con il Torino sono state emblematiche e mi sono a volte anche affidato a degli agenti che mi hanno messo nella condizione di portarmi a braccetto. A volte capita che il presidente non parli con quell'altro, quell'altro non parla con un altro. Ti serve qualcuno che non crei una sorti di corto circuito tra la presidenza di una squadra e dell'altra squadra: ti serve il mediatore. Io so riconoscere, nell'ambito italiano, chi lo sa fare. Mi viene in mente Mino Raiola. E' un "soggettone". Non se ne fregava niente di nessuno, ma da lui presi El Kaddouri.
Lautaro al Torino
Lautaro non è saltato per le commissioni. Lo avevo preso a 7 milioni dal Racing, in Argentina, ma ci volevano 3 milioni di commissioni. All'epoca l'agente era il fratello di Zarate e aveva rapporto con Alessandro Moggi. Andò lui in Argentina, ma noi lo vedemmo al Mondiale. Volevo prendere lui e Lyanco, il centrale di difesa. I 3 milioni di commissioni per noi erano troppe, furono molto esosi. Poi alla fine non riuscirono a portarmelo, e dopo 4-5 mesi fu comprato a 18-20 milioni dall'Inter.

