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Gianluca Petrachi
Gianluca Petrachi

Kamil Glik

Un altro emblema di quell’epoca. Arrivato senza grandi aspettative, Glik è diventato capitano e leader difensivo. Duro, carismatico, decisivo anche con i suoi gol, ha dato identità e solidità a una squadra che aveva bisogno di certezze. 

Kamil Glik, ex difensore e capitano del TorinoFc

Bruno Peres

Forse l’esempio più “petrachiano” in assoluto. Preso quasi dal nulla, trasformato in un esterno devastante, capace di spaccare le partite con progressioni e gol improbabili. Non sempre continuo, ma spesso decisivo. Un acquisto che ha incarnato il rischio calcolato: pagato poco, reso molto, rivenduto al momento giusto. Gol clamoroso nel derby, indimenticabile.

Salvatore Sirigu

Quando Sirigu arriva al Torino, la sua carriera sembra già orientata verso una lenta uscita dai radar del grande calcio. Petrachi, invece, legge il momento in modo opposto: esperienza internazionale, fame di rilancio, affidabilità immediata. Il risultato è uno dei portieri più continui e decisivi visti sotto la Mole negli ultimi anni. Sirigu non è solo un acquisto riuscito: è una garanzia tecnica ed emotiva, un leader che tiene in piedi la squadra in stagioni spesso complesse.

Andrea Belotti

Il colpo che più di ogni altro ha segnato l’immaginario recente del Toro. Belotti arriva giovane, promettente, ma lontano dallo status di bomber affermato. Petrachi ci investe, Ventura lo trasforma, Torino lo adotta. Il “Gallo” diventa capitano, simbolo, trascinatore. Al di là dei numeri – comunque importanti – Belotti rappresenta l’idea stessa di progetto: crescita, responsabilità, appartenenza. Un acquisto che va oltre il campo e diventa identità.

Andrea Belotti, attaccante del Torinofc

Gleison Bremer

Forse il miglior esempio di valorizzazione pura dell’era Petrachi. Preso dal Brasile come scommessa difensiva, Bremer cresce passo dopo passo fino a trasformarsi in uno dei centrali più dominanti della Serie A. Non immediato, non lineare, ma costruito con pazienza. Qui sta il merito della dirigenza: credere nel percorso, non solo nell’impatto immediato. Bremer è stato il pilastro su cui il Toro ha retto per stagioni, prima di una cessione che certifica la bontà dell’investimento.


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