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Come da tradizione, le squadre del Settore Giovanile e della Scuola Calcio del Torino calcio si sono ritrovate al Colle di Superga per un momento di raccoglimento e condivisione, vissuto nel segno dei valori granata. Un’occasione preziosa per approfondire la Storia e comprendere fino in fondo l’unicità di un Club come il Toro. 

Il giovane attaccante granata Tommaso Gabellini è stato intervistato da La Stampa, per parlare delle sue sensazioni in un momento del genere: “Cosa si prova? Orgoglio - ammette il classe 2006 - Senti la responsabilità, ma ho pensato anche alla mia famiglia e a tutti i sacrifici fatti per me. Mi resterà dentro: non capita tutti i giorni”.

Tremano le gambe?

Un pochino sì, poi quando inizi e leggi “I campioni d’Italia”, allora ti sciogli e vai.

Nel futuro c’è anche quello di tornare a leggerla da capitano in un prossimo 4 maggio?

È un sogno e ne parlavo proprio a Superga con Don Robella, il cappellano granata.

Qual è il giocatore che l’ha colpita di più?

Valentino Mazzola, il capitano. Poi a Orbassano giochiamo sul campo a lui dedicato.

Le giovanili del Torino FC a Superga
Le giovanili del Torino FC a Superga

Che cosa ha capito del Toro?

Che è una famiglia: quando sono arrivato mi hanno trattato come un figlio, mentre i compagni sono diventati i miei fratelli. Giocavo nel Cesena e nel gennaio 2023 papà mi ha detto che sarei andato a Torino: mi è cambiato il mondo e non è stato facile all’inizio andare via di casa a 16 anni.

Su Zapata, Simeone e Adams

Sono grandissimi giocatori e hanno lo spirito Toro, ma anche altri me l’hanno trasmesso nel ritiro di quest’estate. Sono un ragazzo tranquillo, ma in campo mi trasformo e cerco di tirare fuori il Toro che ho dentro di me.

E com’è viverlo il 4 maggio?

È incredibile. Anche grazie ai tifosi ho capito che cosa è il Toro e quanto è importante. Nessuna squadra ha una storia così.


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