Fine campionato: il Torino e l’obbligo della dignità
Fine campionato, tempo di bilanci per il Torino: tra delusioni, responsabilità condivise e professionismo mancato. Critica lucida e senza sconti.

Bilanci di fine stagione: tempo di riflessioni
Imputati alzatevi

Finito, finalmente, il campionato, è già tempo di bilanci, visto che c'è dove si festeggia, dove si rimugina, dove la contestazione non è certo iniziata ieri e non finirà tanto presto.
In questo contesto non fa ovviamente eccezione la Torino granata, dove però il mugugno pubblico si è allargato, non solo più il presidente ed il Ds, ma anche, lasciatemi dire finalmente, i calciatori ed il tecnico.
In ogni campionato del mondo arrivati a fine gennaio ci sono sette/otto squadre che non hanno più obiettivi; una magari è già retrocessa, le altre sono in quel limbo che sta tra la salvezza ed il nulla in fatto di obiettivi.
Questo però non vuol dire smettere di giocare, di impegnarsi, perché ognuno ha comunque degli obiettivi futuri, da chi è appetito sul mercato a chi, in scadenza, deve trovare squadra.
In questo senso, non c'è campionato peggiore di quello italiano, visto che altrove nessuno si da mai per vinto, contro chiunque e fino alla fine della stagione; per questo dico che finalmente al Torino ci si è accorti che certe colpe vanno distribuite, senza fare sconti a nessuno.
Il caso Torino: responsabilità da condividere

I calciatori possono anche essere scarsi, la rosa indebolita, però quando si va in campo bisogna dimostrarsi professionisti, perché le ultime giornate del Torino hanno dimostrato l'esatto contrario, al di là delle avversarie.
Se dopo un comunque buon inizio, l'infortunio di Zapata poteva avere avuto un brutto contraccolpo, il mercato invernale aveva portato slancio, finito però troppo presto e, diciamolo, senza motivo.
Si sa che intorno al Torino c'è chi cavalca l'onda del dissenso solo per interesse personale, ma si può giustificare tutto solo per dare contro a qualcuno?
Quindi si può giustificare se uno che costa diciassette milioni diventa improvvisamente un brocco? Poverino, è giù perché non sa quale sarà il suo futuro? Ma smettiamola di creare degli eroi quando invece bisognerebbe prenderli a calci nel sedere!
Di fenomeni veri in giro ce ne sono pochi e nessuno veste il granata, però almeno servirebbe dignità, anche quella dei pedatori, visto che in campo ci vanno loro e l'impegno non dipende dallo sceicco, dall'arabo di turno o dal Fondo, spesso e volentieri assai fasullo.
Maurizio Vigliani