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Urbano Cairo, Presidente del Torino FC
Urbano Cairo, Presidente del Torino FC

È trascorso un anno dall’intervista concessa da Urbano Cairo a La Stampa, in cui dichiarava di non scommettere sulla propria permanenza in granata entro dodici mesi. Era il periodo in cui Red Bull sembrava davvero interessata all’acquisto del Torino e le voci si rincorrevano senza sosta. Tra smentite e contro-smentite, però, 365 giorni dopo Cairo è ancora al suo posto e, di fatto, nulla è cambiato.

L'intervista a La Stampa

Se mi chiedessero di scommettere un euro sulla mia presenza qui anche tra dodici mesi, non lo scommetterei. Se investire 100 milioni fosse garanzia di successo, li metterei. Ne ho già messi 72 di tasca mia, Pianelli ha vinto lo scudetto con 5 miliardi, dodici milioni di ora.

E quando sono arrivato, ho fatto un aumento di capitale da 10 milioni. Vero, il Bologna ci è arrivato davanti cinque volte, ma sette è rimasto dietro con Saputo che ha investito 300 milioni. E Berlusconi ha vinto la maggior parte dei suoi titoli all’inizio della lunga presidenza.

Gianluca Petrachi e Urbano Cairo al Filadelfia
Gianluca Petrachi e Urbano Cairo al Filadelfia

Cairo, cos'è cambiato in un anno?

Da quell'intervista è cambiato poco: la contestazione prosegue, la squadra arranca e appare avviata verso l’ennesimo campionato mediocre, privo di reali ambizioni (ammesso che l’obiettivo non sia semplicemente la salvezza). Anche la Primavera vive un momento di difficoltà e, come già accaduto in passato, nell’ultima estate i giocatori più pregiati sono stati ceduti per fare plusvalenze.

Al netto del cambio in panchina, con Vanoli ultimo con la Fiorentina, evento che pochi avrebbero immaginato, una delle poche note positive può essere individuata nel ritorno di Petrachi al posto di Vagnati. In definitiva, Cairo diceva di non puntare un euro sulla propria permanenza, ma alla fine quella scommessa l’avrebbe vinta.


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