Quanto è dura per gli "allievi"
Di acqua sotto i ponti dai tempi di Giotto ne è passata in quantità, ma la storia si ripete spesso.

Che Giotto sia diventato più bravo di Cimabue è un fatto, ma non sempre l'allievo supera il maestro e la cosa non fa eccezione nel calcio, ieri come oggi.
Hai un bel dire di chi cresce all'ombra di un maestro famoso, meglio se vincente, e prima o poi prende la propria strada, mantenendo naturalmente quell' etichetta, una sorta di garanzia che un po' le cose le facilita.
Di acqua sotto i ponti dai tempi di Giotto ne è passata in quantità, ma la storia si ripete spesso, in qualunque campo, pur se non sempre le cose vanno come nelle speranze.
Fatte le dovute premesse è ovvio che il calcio non sfugge alla legge maestro/allievo, solo che questo non è esattamente il momento migliore per allievi di maestri famosi e vincenti, come dimostrano Ivan Juric e Paolo Vanoli, nonostante Gasperini e Conte siano stati per loro ottimi maestri.
Juric è da poco l'ex allenatore di quell'Atalanta che confidava in lui nel dopo Gasp ed invece ha chiuso il suo anno orribile nel peggiore dei modi, con un esonero nel medesimo giorno e mese di quello della Roma, con nel mezzo l'infausta avventura inglese, al Southampton ed il ben poco lusinghiero record negativo di punti nella storia della Premier.
Vero che la carriera di un allenatore è fatta di alti e bassi, però dopo i bei campionati al Verona e quelli così così al Torino, ci si aspettava un salto di qualità dal mister croato e più di tutti se lo aspettavano a Bergamo, scegliendo quella che doveva essere la continuità tecnica e persino caratteriale del vecchio e nuovo allenatore.
Tempi altrettanto duri sono quelli di Paolo Vanoli, carattere da duro (dicono) e faccia simpatica, non meno "carico" di Juric ma senza gli eccessi di Ivan.

Certo lavorare con Antonio Conte è una faticaccia, non solo per i calciatori, ma di sicuro si impara parecchio.
Le esperienze positive in Russia ed a Venezia, lo avevano portato sulla panchina del Torino, dopo lunga querelle tra lagunari e granata, ma quella a Torino è stata una stagione altalenante, finita con un esonero per i negativi risultati una volta raggiunta la matematica salvezza.
Volendo essere cattivo si può pensare che il dopo Cairo sia una iettatura per chi non soddisfa il patron granata, ma se contano i risultati, quelli dell'Atalanta e della Fiorentina parlano da soli, che si sia iniziata la stagione, Juric, o subentrati in corsa, Vanoli.
Torino è stata una tappa di passaggio per entrambi ed al di là di quanto siano durate l'impressione è che ad un certo punto fossero solo i tifosi (non certo i loro giocatori) ad ascoltare i mister, mentre a Bergamo e Firenze siano mancati persino loro.
Maurizio Vigliani

