Lo Stadio Olimpico, teatro Giovedì sera dell'unica soddisfazione in ambito europeo per il football italiano, grazie alla Roma, che approda alla semifinale di Conference League capovolgendo nettamente il risultato di andata dei quarti, contro il Bodo Glimt, sarà la scena, tra poche ore, di un confronto tra due filosofie calcistiche completamente differenti. Quella di Sarri, che punta da sempre su una linea difensiva a 4, schierata a zona e dunque orientata, con meccanismi perfettamente sincronizzati in fase di non possesso, al movimento della palla, su un palleggio ricercato per mantenere il più possibile il controllo della gara e sulle combinazioni per le catene esterne che non precludono l'attacco diretto verso Immobile o, con palla alta, verso Milinkovic. Quella di Juric, che prevede la creazione di duelli a tutto campo, basata sulla difesa a 3, sempre molto aggressiva, come aggressiva è la pressione su tutti i giocatori di movimento avversari e che in fase propositiva ricerca il coinvolgimento di tanti uomini, spesso entrambe i "quinti" innescati con il taglio interno dei trequartisti e almeno uno dei centrali di centrocampo. Ciascuna ideologia valida, divertente e vincente, ma che esprime soprattutto il vissuto sportivo dei rispettivi allenatori, bravi ad inculcare in due piazze non semplici, abituate a stagioni vissute tra concezioni tattiche diverse, il loro credo.

Juric, con la quinta miglior difesa del campionato, ha battuto Sarri (miglior attacco dopo l'Inter, ma con la porta più perforata tra le prime otto in graduatoria) soltanto una volta in carriera (Hellas Verona- Juve, 2 a 1 dell' 8 Febbraio 2020),mentre il Toro negli ultimi cinque match romani non ha mai sconfitto i biancocelesti (costringendoli allo 0 a 0 al cardiopalma meno di un anno fa), e con i giallorossi, dopo il 2 a 0 del 5 Gennaio 2020, targato Belotti (doppietta), sono arrivate due sconfitte e solo una rete realizzata (guarda caso di Belotti). Perciò confidiamo che per questo sabato sera la locuzione di Capitale come "centro del mondo" si trasformi, al termine di una contesa di novanta piacevoli minuti, in Roma Kaputt Mundi, per scandire l'allontanamento dal traguardo del quinto posto per la Lazio e il consolidamento di uno spirito granata che il mister ha assicurato essere come quello del Gallo: ricco di motivazioni e concentrato a conseguire, da qui alla fine, più punti possibili.


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