Vanoli, un miracolo sportivo vanificato dalla permalosità di Cairo
Vanoli ha compiuto un miracolo sportivo, ma ha pagato il prezzo della permalosità di Cairo, che non tollera critiche, nemmeno quelle costruttive.

Vanoli, un miracolo sportivo vanificato dalla permalosità di Cairo

Dopo quattro giornate di campionato è forse prematuro trarre conclusioni ma l'atteggiamento della squadra e alcune prestazioni al limite della vergogna fanno pensare che la stagione scorsa Paolo Vanoli abbia realizzato un’autentica impresa, ottenendo risultati impensabili alla guida di una squadra tecnicamente limitata. Nonostante una rosa costruita con risorse contenute, il tecnico ha saputo dare identità, gioco e mentalità vincente. Il suo lavoro ha impressionato tifosi e addetti ai lavori, ma non è bastato a garantirgli la fiducia del presidente Urbano Cairo.
Vanoli e il miracolo sportivo: numeri e fatti

Vanoli ha preso in mano una squadra priva di ambizioni, con un organico che, dopo la cessione di Buongiorno e negli ultimi giorni quella di Bellanova, sostituiti in modo a dir poco modesto, sulla carta lottava per la salvezza. Eppure, tra solidità difensiva, spirito di gruppo e valorizzazione di giovani talenti, ha portato la squadra a un passo da obiettivi insperati. Il piazzamento finale è stato penalizzato dall'infortunio di Zapata, mai sostituito, e da un finale di stagione nel quale la squadra ha tirato i remi in barca.
In un contesto così, ci si sarebbe aspettati una riconferma convinta e meritata. E invece…
Cairo e la gestione del dissenso: un copione già visto
Chi conosce il Torino sa che la figura del presidente Cairo è centrale, quasi ingombrante. Non è la prima volta che il patron granata mostra poca tolleranza verso le critiche, anche se espresse con tono costruttivo. Vanoli, pur con tatto, ha sollevato alcune perplessità sulla capacità e forse la volontà di creare una squadra competitiva e sulle ambizioni societarie. Questo è bastato per incrinare il rapporto.
Risulta quindi evidente che l’uscita di scena di Vanoli non è stata una scelta solo tecnica, ma anche caratteriale. Il presidente non ha gradito alcune dichiarazioni, percepite come attacchi personali. Una sensibilità forse eccessiva che, ancora una volta, rischia di rallentare la crescita di un club che avrebbe bisogno di continuità e programmazione.
Conclusioni: chi perde davvero?

Vanoli ha dimostrato di saper fare calcio con poco, un valore raro. Chi perde davvero è il Torino, che ancora una volta sacrifica la competenza sull’altare dell’orgoglio. E i tifosi lo sanno bene e, ormai, non sono più disposti a sentire dichiarazioni vuote e vedere all'opera giocatori scarsi e privi di orgoglio e con una mentalità perdente che è figlia di una società priva di ambizioni.
Sandro Mellano