Ciccio Graziani
Ciccio Graziani

Dal 1981 tutti gli attaccanti che arrivano a far parte del Torino si trovano di fronte a loro un incubo: il confronto con la storica coppia d'attacco Pulici-Graziani. Una coppia che l'attaccante toscano ha raccontato nella lunga intervista concessa a Betsson.sport, con un intervistatore speciale, Stefano Sorrentino

Nella lunga chiaccherata, Ciccio Graziani ha raccontato com'è nato lo scudetto del 1976, vinto dopo più di venti anni anni dall'ultimo scudetto vinto dal Grande Torino. La vittoria di quello scudetto significò moltissimo per la tifoseria granata. Graziani racconta un aneddoto toccante: nella settimana che precedeva Torino-Cesena, un tifoso anziano, in lacrime, gli confessò di avere paura. Non si aspettava di poter rivedere il Toro vincere lo scudetto, molti anni dopo le gesta del Grande Torino.

La famiglia granata alla base dello scudetto vinto

Alla base di ogni successo c’è sempre un grande gruppo. Spesso si abusa del termine "famiglia", ma il Torino 1976/77 lo era davvero. Lo dimostra Graziani, che nell’intervista parla spesso di “fratello maggiore” (Aldo Agroppi) e “fratello minore” (Eraldo Pecci). Era una squadra unita, in cui si stava bene insieme: lo raccontano le scaramanzie condivise, come il leone sul piedistallo o la signora all’angolo che salutava, e quel senso profondo di appartenenza che si prova indossando la maglia granata. Una sensazione difficile da spiegare — nemmeno Graziani e Sorrentino ci riescono bene — ma che consigliano ai nuovi di imparare a memoria.

Il Toro, anche se oggi fatica a vincere, ha una storia gloriosa. Graziani ricorda che al suo arrivo ebbe solo una settimana per imparare a memoria la formazione del Grande Torino. E anche se durante gli allenamenti si scherzava, davanti alla gigantografia degli Invincibili, al Filadelfia, calava sempre un silenzio rispettoso.

Come in ogni vera famiglia, però, non c’erano solo risate e complicità: serviva anche qualcuno che sapesse rimetterti in riga. Per il giovane Graziani fu Agroppi, che gli fece cambiare una Porsche appena acquistata — troppo presto per chi non aveva ancora debuttato in Serie A — con una più sobria 500. 

Aldo Agroppi
Aldo Agroppi

In campo, a guidare quella squadra, c’era anche Giorgio Ferrini, storico capitano del Torino. Fu una figura fondamentale per la crescita personale e professionale del giovane Graziani. L’ex attaccante ricorda in particolare un episodio durante un Bologna-Torino, quando rischiò seriamente di compromettere la propria carriera a causa di una vicenda con Giacomo Bulgarelli. In quel momento difficile, fu proprio Ferrini a intervenire in sua difesa, anche a muso duro, dimostrando un enorme spirito di squadra e protezione.

Un’altra figura chiave per Graziani fu l’allenatore Gustavo Giagnoni. Fu lui a multarlo ripetutamente per i suoi viaggi ad Arezzo, la sua città di origine, per un totale di circa 3 milioni di lire. Un gesto severo, ma formativo. Anni dopo, però, Giagnoni volle “rimediare”: restituì a Graziani l’intera somma, a testimonianza di un rapporto fondato sul rispetto e sull'affetto reciproco.

Torino-Juventus: Borghesia contro popolo

Quando si gioca a Torino, una parte fondamentale della storia granata è il derby contro la Juventus. Una sfida che, come dice Graziani, rappresenta molto più di una semplice partita: è il confronto tra borghesia e popolo. Per i giocatori del Torino, il derby era un appuntamento segnato già da luglio, perché battere la Juve era sempre un motivo di grande orgoglio.

Un aneddoto curioso che Graziani racconta riguarda proprio il derby della stagione 1976/77, quando le due squadre si contendevano lo scudetto. A sette giornate dalla fine, la Juventus era avanti di cinque punti — quando la vittoria ne valeva ancora due. Ma quella settimana accadde qualcosa di inaspettato: un elicottero, mandato da Gianni Agnelli, cercò di spiare gli allenamenti del Toro al Filadelfia. Un gesto che, invece di intimorire, diede una forte carica alla squadra di Gigi Radice, l’allenatore che aveva portato in Serie A il calcio moderno ispirato all’Ajax. Il suo contributo allo scudetto fu fondamentale: sapeva calmare l’ambiente e tenere sotto controllo l’euforia in tempi rapidissimi.

Il legame con Cairo

Il legame tra Cairo e Graziani è rimasto forte nel tempo. L’ex attaccante ha raccontato di alcune occasioni in cui lui e il presidente si sono sentiti per commentare il momento del Torino e le partite più importanti. Indimenticabile, per Graziani, è stata la proposta di Cairo e Vanoli di tornare al Filadelfia nella settimana del derby contro la Juventus, per caricare la squadra.

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