Sirigu: due tiri in porta due gol, anche se la dinamica fa si che le colpe maggiori ricadano sulla difesa. Però, già però. Lo scorso anno ci aveva abituati a miracoli vari e grinta che sfociava in solenni strigliate ai compagni. Rimane nella sua porta senza neanche abbozzare un tentativo di uscita sul secondo gol e nel primo la palla gli passa in mezzo alle gambe. In più di un’occasione i compagni sembrano invitarlo a uscire e invece rimane fermo, quasi apatico. L’atteggiamento è quello di uno che non vede l’ora di abbandonare la nave. (5)

Bremer: dopo un primo tempo senza problemi, complice l’approccio alla gara della Samp, nella ripresa va in barca nei quindici minuti che consentono agli ospiti di ribaltare il risultato. (5)

Lyanco: idem con Bremer. Prova nel finale a rendersi pericoloso in attacco e, in una occasione, Audero sbarra la porta al potenziale 3-2. Il problema è che in ogni partita i difensori si rendono colpevoli di qualche distrazione letale. (5)

Rodriguez: schierato come terzo di difesa, ruolo che sta ricoprendo nella sua nazionale, svolge il suo compitino ma naufraga anche lui nel famoso quarto d’ora di amnesia generale. (5)

Singo: nel primo tempo è devastante, discese che gli avversari non riescono a contenere, strapotere fisico accompagnato a discreta tecnica. Suo l’assist del gol di Belotti. Nella ripresa cala vistosamente, anche per le contromisure prese da Ranieri. Resta comunque sempre l’impressione che dai suoi piedi possa nascere qualcosa di interessante. (7)

Meïte: finalmente una buona prestazione arricchita, finalmente, da un gol. Cala nella ripresa e, insieme ai suoi compagni di reparto, non offre più un filtro efficace per la difesa. Solita palla sanguinosa persa per troppa leziosità. (6,5)

Rincon: mi spiace, sembra voglia accanirmi, però non è un regista, rallenta il gioco, non verticalizza mai e anche in fase di interdizione non da più l’impressione di essere il giocatore delle scorse stagioni. Prestazione inutile. (5)

Linetty: il giocatore c’è, lo si percepisce ma, qui al Toro, non lo ha ancora dimostrato completamente; probabilmente il fatto di giocare in un centrocampo poco qualitativo non lo aiuta. Ieri si è inserito in area pericolosamente in un paio di occasioni senza mai tirare pur avendone l’opportunità, sembrava quasi non volesse far male alla sua vecchia squadra. (6)

Ansaldi: è sicuramente uno dei pochi giocatori del Toro di un livello superiore , però gli anni e i molti infortuni iniziano a pesare. Nel primo tempo spinge e tiene in affanno la difesa avversaria, poi, come quasi tutti i suoi compagni, cala vistosamente nella ripresa. (6)

Zaza: dopo le due buone prestazioni contro l’Inter e in Coppa Italia, torna il giocatore indisponente che siamo abituati a vedere con la maglia del Toro. Non fa mai salire la squadra, perde un sacco di palloni e non da mai l’impressione di combattere per la maglia, le solite velleitarie rincorse al portiere che sta per rinviare non stanno a dimostrare nulla, Un solo tiro sul quale Audero si supera, troppo poco. (4,5)

Belotti: cosa possiamo ancora aggiungere su questo meraviglioso ragazzo, segna un gol, un altro gli viene tolto per fuorigioco e si rende costantemente pericoloso, pur rientrando sempre a aiutare i compagni. Super Capitano. Un giocatore che non puo non essere amato dai tifosi, ma che questa società non merita. (8)

Subentrati

25’ Verdi per Rodriguez: questa volta entra subito in partita e sforna il corner dal quale nasce il gol di Meïte, però ha sulla coscienza un gol sbagliato e un contropiede vanificato con un passaggio fuori misura, entrambi imperdonabili per un giocatore con i suoi piedi. (5,5)

26’ Murru per Ansaldi: qualcuno si è accorto del suo ingresso? Io no. Probabilmente altro giocatore simbolo di una campagna acquisti scellerata. (NG)

Allen. Conti/Giampaolo: la squadra ha iniziato a giocare discretamente ma cade sempre nello stesso problema, alcuni minuti di amnesia che consentono agli avversari di segnare. I gol incassati sono già 22 e di questo passo la strada per la retrocessione è, purtroppo, segnata. Non credo che il cambio di allenatore possa portare a qualche risultato, negli ultimi 11 mesi se ne sono succeduti tre senza portare alcun giovamento. Segnale che il problema sta da un’altra parte. Pensare che il mercato di gennaio possa dare una mano è come credere che Babbo Natale esista.(5)

Sandro Mellano


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