Quel lunedì mattina mi sveglio con ancora negli occhi la bella vittoria con la Sampdoria e mi preparo velocemente per andare a scuola al Sommeiller dove frequentavo la 1^ superiore; sono eccitato perché non vedo l’ora di commentare la partita con il mio amico Ciuffo, compagno di pomeriggi all’Agnelli passati a giocare a calcio, anziché sui libri di scuola. A quei tempi i ragazzi della mia età andavano a letto presto la sera e a me non era permesso guardare la Domenica Sportiva, che andava in onda alle 22.30 ed era l’unica forma di informazione sportiva. Si ragazzi, a voi sembrerà strano, ma noi non avevamo internet, alla radio “Tutto il calcio minuto per minuto” si collegava all’inizio del secondo tempo e non c’erano trasmissioni di approfondimento ad ogni ora della domenica e su ogni canale televisivo……ma siamo sicuri che fosse peggio allora?

Dunque, esco di casa correndo, con i libri che mi scivolano da sotto il braccio, perché, come ogni mattina, ho appuntamento per prendere l’autobus con zio Andrea, l’uomo che la domenica, da quando era morto il mio papà, mi portava a vedere il Toro per proseguire la tradizione di famiglia e che, purtroppo, anche lui vede, da troppi anni, le partite insieme agli invincibili.

Gli vado incontro e vedo che ha la faccia sconvolta e gli occhi lucidi, subito non capisco, ma lui apre il giornale che ha sotto il braccio e mi mostra il titolo in prima pagina: “E’ morto Meroni”!

Mi chiedo come sia possibile, ieri ha giocato una partita stupenda e la prima reazione e pensare di vivere un brutto sogno. Purtroppo è tutto vero, una macchina l’ha investito, c’era anche Poletti che è rimasto illeso, lui non ce l’ha fatta. Lui era il mio idolo, quando andavo allo stadio la prima cosa che controllavo, all’ingresso delle squadre, era se lui c’era e quando vedevo la figura esile con i calzettoni abbassati sulle caviglie, ero sicuro che la partita non sarebbe stata banale.

Ho provato un senso di vuoto e ho pensato di tornare a casa, poi ho deciso che era meglio andare a scuola per condividere con gli amici quel grande dolore.

Arrivato, il primo che incontro è proprio Ciuffo, mi corre incontro, mi abbraccia e insieme piangiamo inconsolabili per la perdita del nostro giocatore preferito ma, soprattutto, per la perdita di un ragazzo meraviglioso, originale e amato da tutti.

Il resto è storia, i funerali con il Presidentissimo Pianelli che piange la perdita di un giocatore che per lui era come un figlio; e poi il derby, la vittoria per 4 a 0 con l’ultimo gol segnato da Carelli con la maglia di Gigi.

Oggi, come tutti gli anni, andrò al monumento in onore della nostra Farfalla in Corso Re Umberto, segno di riconoscimento per un giovane straordinario che ha meritato un posto tra i nostri eroi indimenticabili.

Ciao Gigi, da lassù aiutaci a tornare la squadra di un tempo!

Sandro Mellano


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