Mateo Retegui, attaccante dell'Atalanta
Mateo Retegui, attaccante dell'Atalanta

L'Arabia, i soldi, la Nazionale

Mateo Retegui
Mateo Retegui

I soldi arabi hanno lo stesso odore di quelli italiani, ma sono tanti, ma tanti di più e, di fronte a certe cifre, cosa dovrebbe fare un calciatore seppur ancora giovane e con parecchi anni di carriera davanti?
Il trasferimento di Mateo Retegui dall'Atalanta sta facendo parlare il mondo calciatico italiano, soprattutto per le cifre in ballo, che permettono alla Dea di mettere a bilancio una plusvalenza enorme ( venduto al triplo del prezzo di acquisto) ed al calciatore di intascare un ingaggio triennale, con opzione per un'altra stagione, da far navigare nell'oro le prossime "anta" generazioni.
Le chiacchiere naturalmente non pongono dubbi sui soldi, dato che chi non direbbe di sì agli arabi, ma sulla carriera di campo di Mateo, dato il non eccelso valore di un calcio che da poco si è affacciato al mondo e "sfrutta" il denaro per fare il salto di qualità.

Retegui, un centravanti "italiano" solo per caso?

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso

Il dubbio è quindi legato al campo, alla qualità del calcio arabo ed ovviamente alla Nazionale italiana, di cui l'oriundo argentino è il centravanti più o meno titolare, cosa che conta per noi, ma chissà quanto per uno nato in Argentina e lì vissuto sino a due anni fa, vestendo anche la maglia dell'Under 19.
Che il problema ci sia per Gattuso ed il suo staff non lo si mette in dubbio, e figuriamoci se pure Kean dovesse seguire le orme di Retegui, ma quanto si può pensare che la maglia azzurra interessi davvero a ragazzi arrivati in Italia spesso per puro caso?
La nostra Nazionale sta perdendo consistenza, valori, forza, considerazione, esattamente come il nostro calcio, che da anni fa discorsi sui giovani ma poi vede arrivare il quarantenne Modric e tornare i non tanto più giovani Dzeko, Immobile e compagnia.... pedatoria; vero che si tratta di gente brava, pure bravissima, ma davvero poi vogliamo parlare di futuro?
Retegui se ne va giustamente per il denaro, senza essere un fenomeno e facendo godere le casse dell'Atalanta, che con quei soldi un sostituto lo trova sicuramente; se poi per la Nazionale è un problema, la colpa non è certo sua ma di chi il pallone nostrano lo ha ridotto in uno stato pietoso, in nome di risultati che servono da alibi a tutti, visto che vince sempre uno solo.

Dal 2006 all’oblio: perché il calcio italiano ha smarrito la rotta

Ci sarà un motivo se dopo il 2006 il Mondiale è diventato un'utopia? La risposta sta, anche, nella percentuale italiani/stranieri del nostro campionato, che si è ribaltata e della qualità, cosa che un Retegui qualsiasi, ovunque giochi, non ha certo contribuito a migliorare.

Maurizio Vigliani


💬 Commenti