Attilio Romero

L'ex presidente del Torino Attilio Romero è stato intervistato in esclusiva da CalcioNews24.com. Durante la lunga intervista, l'ex presidente granata ha parlato parlato degli inizi da presidente e dei ricordi che lo legano al mondo granata. Si è parlato però, anche di futuro, di Cairo e di Vanoli.

Il primo ricordo parlando del Torino

Me ne vengono in mente di belli e di brutti. Il più bello direi…il primo, quando mi propongono di fare il presidente del Torino. Quando a un tifoso propongono di diventare il presidente della squadra di cui è tifoso è il massimo…uso spesso questa battuta: ‘Come se ad un sacerdote chiedessero di diventare Papa’.

Su quando inizia a tifare Toro

Il mio tifo comincia da bambino, quando avevo 10 anni. Poi da ragazzo andavo allo stadio, quasi come un ultras, ovviamente meno focoso rispetto a quelli di oggi. Andavo allo stadio con un bandierone granata, più un campanaccio: diciamo che ero molto attrezzato per andare allo stadio, quasi appesantito (ride, ndr). Era un abbigliamento molto ricco il mio. 

Ma il Torino lo seguivo anche in trasferta. La prima trasferta nel 63′ a Vicenza per vedere un Vicenza Torino. Poi a Ferrara per uno Spal Torino. Il Torino era in cima ai miei affetti…dopo mio padre e mia madre c’era il Torino.

Sulla presidenza

Se pensavo fosse uno scherzo? Si si certo! Pensavo non fosse nemmeno vero. E poi invece sono diventato presidente. I primi due anni sono stati veramente belli, gli ultimi…anche tempestosi, problematici, diciamo così. Per via della crisi finanziaria del mio azionista, siccome io ero presidente di ‘immagine’, ma non proprietario del Torino.