Parla l'ex Torino: "Non capisco la contestazione a Cairo. Non è solo colpa sua, ma..."
Le parole dell'ex terzino del Torino al DoppioPasso Podcast

Ospite di DoppioPasso Podcast, l'ex terzino del Torino Matteo Rubin ha detto la sua sulla contestazione che ormai va avanti da tempo contro il presidente Urbano Cairo. Ecco le sue parole.
Rubin su Cairo
Com'era? Un bel personaggio il presidente. A livello di tifosi non riesco ancora a capire per quale motivo lo contestino. Torino è una piazza importante: loro vorrebbero Europa League e tutto quanto. Però questo qua i soldi li ha tirati fuori, non è che non lo abbia fatto.
È vero che magari loro lo vedono come uno che ci guadagna… imprenditore alla De Laurentiis. Secondo me è vero che dicono: “Ok, con Ventura eravamo arrivati in Europa League, volevamo mantenere quello standard lì”. Un po' come sta facendo adesso il Bologna, no? Secondo me faceva fatica, almeno quando c’ero io, a fidarsi delle persone.
Ha cambiato tanti allenatori, tanti direttori. Un po’ voleva mettersi in mezzo anche lui. Adesso non so, magari le cose sono cambiate. Aveva trovato un direttore come Petrachi, che comunque gli aveva fatto fare bene. Poi non so se abbiano litigato o se Petrachi avesse voluto andare via. Ora ha un altro direttore, e ognuno è diverso: serve anche la fortuna di trovare i giocatori giusti. Ventura era l’allenatore giusto con il direttore giusto: si conoscevano, e devono incastrarsi tante cose.
Le considerazioni finali
Ultimamente, secondo me, ha imparato. Quando ero lì cambiava tantissimi giocatori e allenatori. Poi ha trovato un equilibrio: bene o male i giocatori e il direttore li ha trovati, una certa stabilità l’ha raggiunta. Non è solo colpa sua: nel momento in cui compra giocatori o si affida ai direttori, anche loro devono prendersi responsabilità. Quando siamo retrocessi a Torino… sì, ha cambiato allenatore, ma in campo ci andavamo noi.