Non è bello incensarsi dicendo: “l’avevo scritto”, perché indovinare le mosse del nostro amato Presidente è fin troppo facile e quindi, come ampiamente previsto, siamo arrivati a 15 giorni dalla fine del calciomercato, le frasi di circostanza sono già state dette quasi tutte e la rosa della squadra, al momento, è stata indebolita per la partenza di due giocatori di buon livello come Sirigu e Nkoulou e l’arrivo di un carneade danese che non può neanche giocare contro una squadra di B malgrado i tanti infortuni, di un portiere di riserva e di un prestito dalla Juve che, negli ultimi anni, è stato oggetto di vari prestiti tutti abbastanza deludenti.

Al di là delle considerazioni di mercato, reduce dalla partita di ieri sera che segnava il ritorno del pubblico sugli spalti, quanta attesa per tornare a respirare l’aria dello stadio anche da parte di chi come me lo frequenta da ormai tantissimi anni, vista la delusione mi sentivo di condividere alcuni pensieri che mi hanno accompagnato fin dal dopo partita.

Lo ha detto Juric: “così non si va da nessuna parte”, proprio così non si va da nessuna parte con una squadra che è caratterizzata da: società assente che consente, senza intervenire, dichiarazioni come quelle di Ola Aina, giocatori modesti, giocatori che hanno la testa da un’altra parte e, soprattutto, giocatori che ormai in questa squadra hanno dato tutto e si portano dietro le scorie di due stagioni da incubo, giocando con timore e mentalità perdente e rassegnata.

Certamente il post covid rende le operazioni di mercato più complicate però è arrivato il momento di agire come nell’anno in cui in gennaio si fece pulizia, vanno mandati via tutti quei giocatori che, ormai, non solo non sono più di aiuto ma, al contrario, risultano dannosi causa un atteggiamento negativo, magari anche involontario; allora largo ai prestiti e alle cessioni anche fonte di minus valenze, vengano considerate come un investimento di mercato, e largo a inserimenti di giocatori affamati, grintosi anche se non di nome, ma con la voglia di mettersi in gioco e di seguire le direttive dell’allenatore. Facciamoli pure i nomi: Izzo, Rincon, Lukic, Linetty, Aina, Zaza, Verdi e sì, so che sto per dire una cosa che mi attirerà l’ira di tanti fratelli granata, anche lui il capitano, il Gallo Belotti che ormai da molti mesi non ha più voglia di far parte di questa squadra. Lo si nota con il suo modo di giocare, lontano anni luce dal Gallo che eravamo abituati a vedere; non voglio sindacare sui motivi, secondo me ha ragione a non voler più essere preso in giro da chi promette sempre di voler porre rimedio agli errori fatti e poi, regolarmente, ci ricade con azioni che riescono solo a far “incazzare” tutti, però, visto che, purtroppo, il Presidente non se ne vuole andare e continuerà a tenerci in ostaggio, se ne devono andare tutti quelli che al Toro portano solo negatività. Dentro tanti D’Ambrosio sconosciuti e fuori tutti i Di Michele che vivono nel nostro spogliatoio, sperando che, anche quest’anno, da Superga ci proteggano trovando tre squadre più deboli.

Sandro Mellano


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