MILANO - La Corte d'Appello di Milano, con sentenza depositata mercoledì 8 giugno, ha rigettato "integralmente" la "impugnazione proposta da Rcs MediaGroup spa" nella causa tra lo stesso gruppo e Kryalos Sgr spa, che aveva ad oggetto il ricorso sui "lodi arbitrali" sulla vendita del compendio immobiliare di via Solferino al fondo statunitense Blackstone, seguito nella vicenda dai legali Giuseppe Iannaccone, Francesco Gatti, Carlo Pavesi e Anna Melgrati.

A darne notizia è la presidenza stessa della Corte d'Appello milanese. Il verdetto è stato emesso dalla Prima sezione civile presieduta da Carla Romana Raineri.

Nel maggio dello scorso anno il Tribunale Arbitrale della Camera di Commercio di Milano aveva respinto le istanze di Rcs e stabilito che l'acquisto da parte di Blackstone nel 2013 del palazzo di via Solferino a Milano, sede storica del Corriere della Sera, per 120 milioni di euro e il riaffitto a 10,4 milioni l'anno, erano regolari e che nessun risarcimento era dovuto.

Nel 2013 l'immobile, secondo il perito d'ufficio, aveva un valore superiore per 33 milioni di euro, ovvero 153 milioni, rispetto al prezzo cui è stato acquistato, anche se il Lodo non ha considerato tale sproporzione di sufficiente rilevanza. Inoltre il Lodo, pur riconoscendo che la situazione economica e finanziaria in cui Rcs si trovava al momento della vendita ha influito sulle sue scelte, ha concluso che, sia pure in un contesto non privo di ambiguità ed incertezze, non sono emersi elementi tali da configurare con certezza l'esistenza di un fenomeno come l'usura. Dopo la discussione del 4 maggio scorso dei legali davanti alla prima sezione civile della corte d'Appello di Milano si conclude il secondo round della vicenda.

Contro i lodi arbitrali pronunciati sulla vicenda, Rcs ha presentato, poi, impugnazione alla Corte d'Appello di Milano, che è stata discussa dai legali delle due parti in un'udienza il 4 maggio scorso ed oggi è arrivata la decisione del collegio (giudice relatore Raineri, a latere Apostoliti e Milone). Nel ricorso di oltre 100 pagine si faceva presente, in sostanza, che le condizioni di difficoltà economica in cui versava all'epoca il gruppo editoriale, note al fondo statunitense, avevano inciso sulle scelte negoziali.

Lo scorso dicembre, sul fronte penaleil gip di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto, accogliendo la richiesta della Procura, l'archiviazione dell'inchiesta per usura, che era stata aperta nell'estate del 2019 e a carico di ignoti, sempre sulla cessione del compendio immobiliare di via Solferino 28.

Il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Andrea Fraioli avevano chiesto l'archiviazione perché, anche "ammettendo che Rcs fosse in difficoltà economica o finanziaria" e che i "principali parametri della vendita/locazione" fossero "superiori a quelli di mercato", le "considerazioni basate sulle concrete modalità del fatto inducono a ritenere per lo meno dubbio che dall'operazione siano derivati vantaggi sproporzionati e, quindi, che in concreto vi sia usura".

Ora l'attenzione torna sulla Corte suprema di New York, dove si attente l'eventuale prosieguo, o meno, della causa intentata dal fondo americano contro Rcs e Urbano Cairo.

(fonte repubblica.it)


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