Il Toro ha un unico obiettivo: la salvezza. Tutto il resto che vi raccontano è fuffa dei commerciali di Cairo.

10
451
Emirhan İlkhan
Emirhan İlkhan

Sharing is caring!

Il Tore ha un unico obiettivo: la salvezza. Tutto il resto che vi raccontano è fuffa sparsa dai commerciali di Cairo.

Singo al Barcellona, avevo appena smesso di ridere che l’attaccante più pericoloso della Juve, osservato speciale, tutto solo indisturbato la toccava piano alle spalle di Savic. Il Toro gioca una pessima partita, sbaglia troppo, tanto. Sbaglia Miranchiuk che si mangia un gol fatto, sbagliano a raffica Lukic, Rodríguez, Dijidi, regalando palle gol ai bianconeri malconci, che alle fine hanno meritato la vittoria. Ha fatto bella figura Milinkovic Savic sotto gli occhi del suo Ct, felice per lui, umanamente mi è simpatico. Per il resto il nulla. Troppo poco. E lasciate perdere sta bufala, sta fesseria di Cairo costretto a perdere con la Juve. Cioè esisterebbe un ordine presidenziale che viaggia lungo 17 anni da Rosina a Cerci a Immobile, passando da Quagliarella, Belotti, Bremer, fino Schuurs, di perdere sistematicamente con la Juve. Un suggerimento cairota, magari anche ben pagato, che ha convinto De Biasi, Zaccheroni, Ventura, fino a Mazzarri e per ultimo Juric. E tutti zitti. Ma dai. Esiste una squadra scarsa, spesso costruita male, spesso col pezzo migliore venduto all’ultimo e mai sostituito. Esiste, soprattutto nel periodo Ventura e Miha, qualche bel torto arbitrale. E quel freno a mano tirato, che potrebbe sembrare un ordine ricevuto, che vedete nei giocatori è la paura di prenderne sei. Questo timore davvero si sparge da giocatore a giocatore, di anno in anno, perché lo semina il Presidente. Cairo preferisce tracollare col Milan, l’Inter, il Napoli, e tanto ormai non succede niente. Solo poco tempo fa un galantuomo come Nicola è uscito con un sei a zero col Diavolo, nessuno ha obiettato. Se perdi con tale ampiezza con i cugini, allora ci vuole l’esercito per farti uscire incolume dallo Stadio. Questa paura si sparge nel nostro ambiente. Se loro si incazzano ci fanno un culo nero. Ci sarebbe un modo per contrastate tutto questo, prendere una punta e non Karamoh l’ultimo giorno di mercato, per esempio. Ci vorrebbe però la volontà, un direttore sportivo, che invece è solo un ragioniere, un allenatore che, come ha detto Juric a fine conferenza, non si sia stufato di chiedere rinforzi. Non ci sono alternative, al contrario scendiamo in campo e vediamo di non sbracare, salviamoci e tanti saluti. Radonijc è un Marinelli con meno classe. Vlasic voluto da Juric non può far tutto, perché se deve correre come corre e poi fare pure gol… Brekalo giocava 20 metri più avanti. Diijdi e Rodríguez sono limitati. “Il Toro spiega le sue ali, Vojvoda lo vuole mezza Europa”. “Tutti vorrebbero giocare come il Toro”. Per questa prestazione la Gazzetta ha punito solo Aina alla fine. Domani magari leggerete questo. Basta, davvero. Questa squadra è più scarsa dello scorso anno, lo è nei singoli, nel peso specifico. Dopo che quest’estate Ds e allenatore si sono presi per il collo non è successo niente. Dopo che sono volati epiteti che hanno toccato la presidenza nulla si è mosso. Giornali, siti, opinionisti, ex calciatori stanno tutti a lavorare per Cairo.  Solo i tifosi si incazzano o si rassegnano. Qui l’importante è che la cassa sia sempre piena. Non ho mai creduto ai boicottaggi ma per quanto mi riguarda quella cassa resterà vuota.

10 Commenti

  1. Discorso che non fa una piega. Un’ulteriore vergogna, ieri il Toro si è presentato in campo il giorno del derby, 15 ottobre anniversario di Gigi, con ben 11 stranieri su 11. Anche questo è un segnale di imoverimento

  2. Io invece credo non ci sia nessun ordine, c’è invece la paura di giocare, uno dei pochi derby giocati senza paura (anzi forse l’unico insieme a quello vinto) fu quello di Nicola ed era per altro una gobba + forte e noi molto + deboli. E non è nemmeno paura di perdere 6 a 0, almeno non ieri, perché la differenza tecnica non era evidente come negli altri anni, manca il sacro fuoco di considerarla una partita fondamentale dove gli ultimi, per un giorno, diventano primi. Sappiamo che nello sport (anche se il calcio lo è sempre meno…) la volontà, l’unità di intenti, la solidità del gruppo, a volte permettono di sovvertire i pronostici. Ed era quanto chiedevamo gli anni scorsi quando la sproporzione tecnica tra le due squadre era sconcertante. E a conferma, negli anni che furono, tante volte un TORO + debole riuscì a vincere. Ma quest’anno no, bastava giocare con più voglia di vincere, essere più squadra. Ma Juric ha accettato il fatto che al presidente dell’effeci non interessa granché vincere, ottenere risultati, gli basta restare in serie A e fare qualche plus valenza. Quindi faccio una proposta: i prossimi derby diamogli la vittoria 2 a 0 a tavolino, così almeno noi, i poveri tifosi, non soffriamo più, non ci mangiamo il fegato mentre i giocatori di quello che fu il Toro tornano con le loro belle macchine nelle loro belle case.

    • Il derby con Nicola è stato giocato senza paura, (ma anche senza pubblico) ma si ricordi che loro ci hanno pareggiato nei minuti finali (come anche con Miha nel 2017 e con Mazzarri nel 2019). Il derby giocato lo scorso febbraio, con pareggio segnato da Belotti è, a mio avviso, il nostro migliore derby dal 2001 (la buca di Maspero) ad oggi. Non considero l’unica vittoria del 2015 perché i gobbi, in quella occasione, non si erano impegnati.

    • Biziog, guarda che Diego ha scritto la stessa cosa, non crede all”ordine“, ed io concordo.
      Ah, per quanto mi riguarda, anche per me il derby è ormai una partita come le altre, e vorrei che fosse così perché abbiamo superato la mentalità provincialiatica e perdente di vivere il derby come partita salva stagione, invece è una partita come le altre perché lo perdiamo regolarmente come con le altre squadre blasonate

      • Grazie Toro71, intendevo proprio quello, faccio un esempio banale, ma se il titolare di un negozio tratta male i clienti, trascura tutto, non è mai puntuale cosa faranno i dipendenti? Bastano i comportamenti. Se uno in 17 anni ha detto al massimo “voglio fare molto bene”, senza obiettivi o programmi che stimoli può dare?

  3. Non è necessario che ci siano ordini ( nessuno sarebbe peraltro così fesso da impartire ordini simili soprattutto oggigiorno), sono sufficienti i comportamenti, sono sufficienti i fatti e le collaborazioni. Sai già che se molli i 3 punti di misura nessuno ti verrà mai a rompere le scatole: contento il tuo capo, contenti i capi del tuo capo che hanno avuto ciò che interessa loro senza umiliare il sottoposto e via così contenti tutti.
    Ci sono 6 punti sulla terzultima, tutto il resto è fuffa. Se Cairetto non retrocede rimane fino al trapasso (suo) , se retrocede forse rimane e forse no. Tutto il resto è fuffa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui