Vanoli in sala stampa: "Potevamo fare di più. Alzare l'asticella? Cairo è stato chiaro"
Il tecnico ha parlato in sala stampa alla viglia dell'ultima partita della stagione

Quali sono le sue sensazioni sulla stagione?
Sono convinto che avremmo potuto fare di più. Non c'è la sfera magica, ma sappiamo com'è andata l'annata con tanti alti e bassi. Mi è dispiaciuto per il finale, sta nascondendo tante cose che abbiamo fatto bene nella seconda parte. Si può lasciare il finale di campionato con delusione, ma nel lavoro bisogna essere positivi e ottimisti.
L'ho detto ai ragazzi, dispiace per questo finale. La perdita di Duvan non rappresenta un alibi, eravamo primi in classifica dopo tanto tempo poi abbiamo perso un giocatore importante e abbiamo fatto valutazioni per uscire da un momento difficile. Mi sono piaciuti i tre mesi di grande continuità trovando la strada, poi il finale di stagione ha un po' buttato via quel periodo. Dobbiamo fare mea culpa, impariamo e guardiamo avanti.
Vi siete davvero guardati in faccia con la squadra?
A volte sono termini che si usano in spogliatoio...Guardarsi in faccia vuol dire capire perché siamo stati così in queste ultime nove gare così altalenanti. Significa trovare motivazioni per crescere, è questo il significato di guardarsi in faccia. Questo finale lascia amarezza, se domani i tifosi dovessero contestare hanno il diritto di farlo. Noi dobbiamo capire per migliorare.
Qual è il giocatore che più l'ha stupita e chi avrebbe potuto fare meglio?
E' l'ultima conferenza, vuoi farmi andare contro i miei giocatori...(ride, ndr). Io guardo solo le cose positive: tanti giocatori potevano fare di più, tanti mi hanno sorpreso.
In Milinkovic-Savic vedevo un grande potenziale e lo ha dimostrato con continuità, spero che domani finisca nel migliore dei modi anche se hanno premiato Svilar come miglior portiere: lo meritava Vanja.
E poi i giovani mi sono piaciuti, così come mi è dispiaciuto per Njie che si è infortunato e avrebbe potuto maturare ulteriormente: con il cambio di modulo, quel ruolo gli calzava a pennello. Ma nel collettivo si poteva fare di più come continuità.