Graziano Cesari: 'Casadei del Torino è un esempio a cui ispirarsi'
Cesari ha parlato della Nazionale, del nuovo CT Gattuso e dei migliori giovani calciatori italiani.

Credo che a questa Nazionale manchi l’amore per la maglia e lui è il più indicato per rappresentarla. Per lui la maglia è sudore, onore ed emblema, e l’ha indossata sempre con grandissima motivazione.
Fare l’allenatore è un mestiere molto difficile e difficili sono le previsioni. Non so a quali risultati potrà arrivare perché i problemi ci sono, non a caso abbiamo saltato due Mondiali. Però stiamo comunque parlando di una Nazionale che ha vinto tantissimi titoli e spero che Ringhio riesca a qualificarla.
Va anche detto che al suo fianco c’è uno staff composto da fortissimi campioni del mondo e questo per lui sarà motivo di forte coesione.
Una certezza è il numero uno in porta, Donnarumma. Ecco, sicuramente partirei da lui.
Parliamo ora di Serie A. Nel corso della passata stagione ti sei trovato a commentare tanti episodi arbitrali controversi. Qual è stato il più eclatante?
Il più eclatante credo che sia stato il rigore non concesso all’Inter, nella partita contro la Roma.
Era un momento delicato del campionato, in cui Inter e Napoli si contendevano lo scudetto per pochi punti. A me non piacciono molto le classifiche senza errori arbitrali, perché bisogna tenere in considerazione tante variabili, però è innegabile che in quel caso l’errore si è verificato ed è stato riconosciuto anche dai vertici arbitrali.
Poi chissà quanti sfavori ha subìto il Napoli che io in questo momento non rammento. Però aver ammesso che si trattava di un errore significa aver “cannato” completamente.
Che impatto possono avere errori come questi sul campo e sul prosieguo del campionato?
L’errore sul campo esaspera e rende nervosi i calciatori. E quando non si è più lucidi diventa ancora più difficile pensare a quella che sarà la decisione del direttore di gara.
Il nervosismo che ne nasce influisce molto perché se si subisce un torto, o si pensa di averlo subito, nel prosieguo dalla partita si avranno tante difficoltà, e lo stesso rapporto arbitro-giocatore si incrina.
Rispetto ai tempi in cui arbitravi sono cambiate diverse cose. Cosa risponderesti a chi sostiene che il VAR ha tolto autorità e spontaneità agli arbitri?
Il VAR non ha tolto né autorità né spontaneità agli arbitri, anzi gli ha permesso di aumentare la credibilità arbitrale, un fattore importante. Per diventare direttori di gara bisogna essere credibili, avere grande personalità, carisma e forte ascendente sui calciatori.
Il VAR è stato un vantaggio. Quanto al suo utilizzo, non saprei. Ho qualche dubbio perché è un protocollo applicato da esseri umani, che spesso è confuso, deficitario e difficile da interpretare. Se fosse più chiaro e semplice, credo che potrebbe essere davvero la grande novità arbitrale di questi ultimi anni.