Cairo a TMW: "Contestazione? All'inizio ero un santo". Poi sulla cessione e sul sogno Europa...
Le parole del presidente granata rilasciate a Maracanà, su TMW Radio

Il Torino può cercare di stare davanti a squadre come Atalanta o Bologna?
"Io non mi metto a fare un discorso relativo a singole società, non penso sia elegante. Dobbiamo essere consci delle cose che possiamo fare e della storia che ha il Torino, anche se la storia è cambiata e il calcio non ha più gli equilibri economici dei tempi del Grande Torino o del Toro degli anni '60. Non citiamo una squadra o l'altra, dobbiamo fare la corsa su noi stessi e cercare di migliorare quello che facciamo".
È vero che sono arrivate offerte per la società? E ha voglia di vendere o di tenere?
"Io non ho ricevuto offerte al momento. Qualche tempo fa ho detto che, se arriva qualcuno con risorse importanti e voglia di fare bene, posso anche cedere il Torino. Non faccio fatica a ripeterlo, ma per ora non ho ricevuto offerte da parte di soggetti di questo tipo. Se arriveranno, si valuterà. Non voglio rimanere a vita al Torino a tutti i costi, nel caso dirò che ho fatto il mio".
Il rimpianto degli ultimi vent'anni di Torino?
"Io sono uno che generalmente non si guarda tanto indietro. Preferisco guardare avanti, se uno guarda troppo indietro e vive di rimpianti, perde energia".
La gioia più grande?
"Beh, la promozione in Serie A nel 2006, dopo pochi mesi dal mio arrivo e con una squadra che sembrava un'armata brancaleone a inizio campionato. Poi il percorso europeo, il San Mamés, ho tante gioie che mi legano al Toro".
Un sogno?
"Ho avuto dei sogni straordinari, che sembravano impossibili e ho realizzato. Ho preso il Corriere della Sera nove anni fa, lo sognavo dieci anni prima e sembrava impossibile. Ho sogni anche nel calcio, anche con il Toro. Però i sogni che hai non devi dirli, se vuoi realizzarli".
Un appello ai tifosi?
"Nessuno, lo dobbiamo fare sul campo. Se saranno felici lo applaudiranno"