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Davide Vagnati
Davide Vagnati

Che il settore giovanile del Torino fosse conosciuto e apprezzato in Italia è risaputo, soprattutto negli anni tra il 2015 e il 2020, quando la squadra granata si è tolta diverse soddisfazioni. Allo stesso tempo, ci si poteva tranquillamente aspettare che in quel settore giovanile ci fossero calciatori validi destinati a diventare professionisti. Per alcuni di loro è stato così, ma sfortunatamente (o forse per poca volontà di farli crescere realmente) lo hanno fatto lontano da Torino, o dal Torino in particolare, diventando giocatori affermati nel massimo campionato italiano, e in alcuni casi anche top player.

Questa mattina si è parlato del caso Sucic, scartato dal Toro nel 2021 e ora già al centro del progetto Inter, ma non è l’unico: ci sono almeno altri tre calciatori cresciuti nel settore giovanile granata che, per un motivo o per un altro, sono stati ceduti e sono esplosi altrove.

Moise Kean

Il caso più famoso è probabilmente quello di Moise Kean. Tutti lo ricordano come attaccante cresciuto nella Juventus, ma i tifosi granata sanno come è arrivato in bianconero: Kean faceva inizialmente parte del settore giovanile del Torino, poi “soffiato” dalla Juventus. In questo caso il Torino poteva fare ben poco: a 14 anni i bianconeri approfittarono del fatto che il tesseramento dei calciatori fosse annuale e lo contattarono, promettendogli anche un compenso economico. 

Il Torino cercò disperatamente di trattenerlo o quantomeno di non perderlo a zero, proponendo uno scambio con Millico, che così entrò nel settore giovanile granata. Se si confrontano le carriere dei due, appare chiaro chi abbia avuto maggiore successo: Kean oggi vale circa 50 milioni alla Fiorentina, mentre Millico milita in Lega Pro con il Casarano. Nemmeno la Juventus, però, può dirsi del tutto soddisfatta di Kean, che dopo una serie di prestiti in Italia e all’estero è stato ceduto alla Fiorentina, dove alla fine è esploso.

Lorenzo Lucca

Un altro calciatore lasciato andare via forse troppo facilmente è Lorenzo Lucca. Si parlò molto bene di lui già quando vestiva la maglia del Pisa nella stagione 21-22 in Serie B, segnando 6 gol in 35 partite. Al di là dei numeri, fu l’Ajax a credere per primo nelle sue potenzialità, con tutta l’opinione pubblica italiana che attendeva il suo definitivo salto di qualità. Con i lancieri olandesi non è andata come previsto, ma la consacrazione di Lucca è arrivata con l’approdo all’Udinese, da sempre fucina di talenti, dove condivideva lo spogliatoio con un altro ex Toro, il portiere Sava, che però ha avuto meno fortuna. 

Lucca
Lorenzo Lucca

Con i friulani Lucca segna 23 gol in 75 partite, distinguendosi soprattutto nell’ultima stagione con 12 gol in 33 match. Questi numeri hanno attirato l’interesse del Napoli, che lo ha acquistato per circa 35 milioni di euro. Il classe 2000 ha trascorso una sola stagione in maglia granata, la 19/20, segnando due gol in otto partite con la Primavera, prima di essere ceduto in Serie D al Palermo, dove ha giocato 27 partite e realizzato 13 gol, come un classico giovane in fase di crescita.

Riccardo Sottil

Un altro calciatore cresciuto nel settore giovanile granata ma che ha trovato fortuna altrove è Riccardo Sottil. Figlio dell’attuale tecnico del Modena, il classe ’99 arrivò nel vivaio del Torino nel 2014, proveniente dal Genoa, dove aveva giocato due stagioni: la 2014-15 (3 presenze e zero gol) e la 2015-16 (15 presenze e 6 gol). A gennaio di quella seconda annata, però, Sottil venne ceduto alla Fiorentina, che ebbe la meglio nella corsa con l’Atalanta e riuscì ad aggiudicarsi il talento offensivo. Una cessione che, col senno di poi, appare decisamente troppo facile da parte del Toro.

Oggi Sottil è ancora un giocatore della viola, alla ricerca di riscatto dopo alcune stagioni altalenanti, e nella prossima annata vestirà la maglia del Lecce. Resta comunque il rammarico: se i vari talenti cresciuti nel settore giovanile granata fossero rimasti a Torino, forse oggi la squadra sarebbe più competitiva e non si sarebbero spesi milioni per calciatori che, alla fine, non hanno reso come ci si aspettava.


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