Era da circa due anni che il Toro non si trovava a questo punto della stagione nella parte sinistra della classifica. C'era Mazzarri e nonostante il regalo natalizio fatto alla Spal, vittoriosa al Grande Torino, il 21 Dicembre 2019, per 2 a 1, non si intravedevano le avvisaglie del crollo verticale che hanno portato, da lì a poco, all'esonero del tecnico toscano e all'avvio del declino sportivo e societario, dal quale Ivan Juric ci sta faticosamente tirando fuori. E' un allenatore operaio che ha idee moderne e si adopera in maniera viscerale per applicarle, attorniato da un gruppo di calciatori seri che si allena con grande volontà e supportato da dirigenti votati alla ricerca dell'identità perduta. Sembrerebbe una storia "di sinistra", con il lavoro assurto a punto fondamentale per una ridistribuzione della ricchezza, per un processo di miglioramento delle condizioni di vita e per lo sviluppo di un innovativo e coerente concetto di crescita economica, ma è semplicemente l'inizio di una, speriamo bella, favola, dove le intense sedute al Filadelfia hanno contribuito, ad oggi, a spalmare le 23 reti all'attivo su 10/11 della rosa, con un positivo effetto sugli attacchi d'ansia di noi tifosi e sull'idea che investire verso giovani profili, per plasmarli e valorizzarli, può portare lontano. Allora come non citare Tommaso Pobega, nostro capocannoniere, ragazzo umile, appena ventiduenne, studente di Economia, guerriero generoso in campo che non molto tempo fa, parlando di sé, dichiarava: "Sono un lavoratore, amo mettermi a disposizione della squadra e garantire impegno ed intensità". Insomma il classico esempio di personaggio di sinistra, il quale pensa che dal benessere della comunità derivi quello degli individui, anche se in realtà lui è essenzialmente un centrocampista di centro-sinistra, della nostra linea mediana a quattro, di spiccata forza fisica, abile negli inserimenti e dotato di uno spirito di sacrificio straordinario che lo fa eccellere nella fase di interdizione.

Basterà questo spirito proletario a contrastare lo strapotere interista nella culla degli affari e della finanza ? Lo sapremo domani sera, quando alla Scala del Calcio sarà contrapposto il miglior attacco alla quarta miglior difesa del campionato, la squadra che vince da sei partite consecutive all'undici che nelle ultime sei gare ha perso solamente(ed immeritatamente) con la Roma, il team che a Milano, sulle otto sfide disputate, ha concesso appena due pareggi(ad Atalanta e Juventus) al gruppo che, al contrario, lontano da casa ha racimolato la miseria di cinque punti. Poco più di un anno fa Juric prevalse contro Inzaghi espugnando l'Olimpico per 2 a 1, ma la Lazio di allora non è minimamente paragonabile all' Inter attuale, compagine completa in ogni reparto, che ha aggiunto alla solidità, all'intensità, alla praticità e alle certezze di Conte, l'imprevedibilità e la fantasia organizzata dell'attuale allenatore, bravo a gestire un organico di prim'ordine che non sembra possedere punti deboli, malgrado le cessioni estive di Lukaku e Hakimi e l'addio dello sfortunato Eriksen. L'assetto tattico è rimasto praticamente invariato, il collaudato 3-5-2, ma è cambiato il modo di attaccare, con meno ricerca della profondità e più gioco corale, mentre il credo di aggredire e dominare l'avversario è addirittura superiore rispetto a quello che ha fruttato lo scudetto. Perciò il compito che attende i granata non sarà di tipo ordinario, bensì eccezionale, per una condotta di gara figlia dell'atteggiamento che li ha portati fin qui, caratterizzato dalla voglia di stupire e di vincere ogni singolo duello, ma con i piedi ben saldi a terra, ricordando che tra le nove società piazzate davanti in classifica, solo con Lazio ed Empoli(due pari) si sono incamerati punti e che con un esito negativo della contesa si rischia di scivolare anche al tredicesimo gradino della graduatoria.

Saprà il nostro Harry Potter approfittare dell'atmosfera magica del periodo e regalarci con un'altra prodezza personale un Natale ancora più a sinistra ? Forza bomber Tommy, donaci altri attacchi all'arma bianca, altre incursioni da "seconde palle" e un'altra festa da lotta operaia !


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