A poco più di un'ora dal termine del big-match Manchester City-Liverpool che indirizzerà la Premier, al Grande Torino prenderà il via un Torino-Milan che per i rossoneri, in termini di classifica a sette giornate dal termine, può valere tantissimo. Si sfidano due diverse filosofie calcistiche, quella di Pep/Pioli, più orientata alla gestione del possesso palla, contro quella di Jurgen/Juric, votata alla riconquista e al pressing alto, entrambe efficaci, entrambe vincenti, entrambe condizionate dall'abilità dei calciatori impiegati per realizzarle. Se in Inghilterra le rose dei citizens e dei reds sono infarcite di fior di campioni, qui la realtà è un po' diversa, visto il valore del nostro massimo campionato, sicuramente inferiore a quello di Oltre Manica, ma anche alla Liga e alla Bundesliga, e vista la disparità di valori tecnici in campo stasera tra i granata e il Diavolo, partito ad onor del vero senza il dichiarato obiettivo dello Scudetto, ma ritrovatosi in piena corsa dopo un avvio folgorante (prime sconfitte a fine Novembre contro Fiorentina e Sassuolo dopo 10 vittorie e 2 pareggi, sporcato soltanto da un percorso negativo in Champions) e dopo un'imbattibilità che dura dal 17 Gennaio (sconfitta a San Siro contro lo Spezia), senza subire reti da oltre un mese (ultimo goal incassato il 25 Febbraio dall'Udinese). Quello che sta facendo Juric, pur tra alti e bassi e al netto di episodi sfortunati che ne hanno condizionato la stagione, è ridare dignità ad un popolo che non vede l'ora di potersi giocare il posizionamento nelle zone nobili della graduatoria e creare una squadra con un'impronta ben precisa, capace di sopperire alla carenza di talenti acclamati con la bravura di costruirseli e valorizzarseli in casa propria.

Impresa non facile da perseguire, ma che potrebbe trovare nuova linfa con la tanto agognata affermazione contro una "grande", soltanto accarezzata nei confronti con Inter, Juve e Lazio, ma che tra poche ore potrebbe compiersi in un contesto finalmente di prim'ordine, con uno stadio nuovamente gremito e, speriamo, con una Maratona giustamente festante.


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