Il Torino Football Club comunica che l’allenamento di domani, mercoledì 4 maggio, è stato posticipato alle ore 12.30. I cancelli dello stadio Filadelfia apriranno alle ore 12.15.
(fonte torinofc.it)
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In un contesto in cui il mondo del calcio appare ogni giorno piu’ svilito e privo di significato, in cui le societa’ si reggono sui debiti e i tatuati pedatori riscuotono stipendi che fanno oltraggio alla miseria, ai salari da fame e alle pensioni minime, un ricordo della tragedia di Superga è doveroso.Quel disastro segnò il passaggio da un calcio di passioni ed entusiasmi popolari al calcio delle scommesse e dell’ inquinamento mediatico.
Sarebbe stato un oltraggio alla memoria sportiva collettiva di un popolo non menzionare neppure con un rigo il tragico schianto di Superga del 4 maggio 1949.
Io sono nato appena due mesi dopo e faccio parte di quella generazione i cui babbi piansero come viti tagliate alla notizia e durante la celebrazione dei funerali.
Vi riconduco con la mente ad una delle annuali cerimonie commemorative che si tengono a Superga, cerimonie sistematicamente ignorate dai media e dal mondo calcistico ufficiale, quello fatto di plastica e di chirurgia estetica dell’anima, dove si osannano vittorie ma si ignorano gli uomini e ciò che hanno rappresentato e continuano a rappresentare nella memoria collettiva di un popolo.
Il Grande Toro è vivo dopo settantatre anni dalla sua morte fisica e questo deve far riflettere e soprattutto ricredere.
Il Grande Toro è patrimonio della coscienza collettiva e non sarà mai scalzato da quell’angolo di cuore dove ha messo radici bagnate di pianto e di nostalgia.
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Sarebbe stato un oltraggio alla memoria sportiva collettiva di un popolo non menzionare neppure con un rigo il tragico schianto di Superga del 4 maggio 1949.
Io sono nato appena due mesi dopo e faccio parte di quella generazione i cui babbi piansero come viti tagliate alla notizia e durante la celebrazione dei funerali.
Vi riconduco con la mente ad una delle annuali cerimonie commemorative che si tengono a Superga, cerimonie sistematicamente ignorate dai media e dal mondo calcistico ufficiale, quello fatto di plastica e di chirurgia estetica dell’anima, dove si osannano vittorie ma si ignorano gli uomini e ciò che hanno rappresentato e continuano a rappresentare nella memoria collettiva di un popolo.
Il Grande Toro è vivo dopo settantatre anni dalla sua morte fisica e questo deve far riflettere e soprattutto ricredere.
Il Grande Toro è patrimonio della coscienza collettiva e non sarà mai scalzato da quell’angolo di cuore dove ha messo radici bagnate di pianto e di nostalgia.
La più grande tragedia e’ dimenticare. Noi non dimentichiamo. Il 4 maggio rimarrà sempre nella nostra memoria.
Fortunatamente il ricordo non dipende da gente che occupa temporaneamente posti che non merita assolutamente.