È il mercato, bellezza. Un gioco tra bari, imboscate, rilanci e improvvise fughe. E in questo clima nessuno può sottrarsi: da un'Inter che forte dell'accordo con il brasilero granata, punta al cinico prestito con obbligo di riscatto, alle dilazioni di tutti gli acquisti, da un Milan che esulta per il rinnovo del 33 enne Florenzi ad una Juventus in cerca di vecchie glorie da rilanciare. Una volta dicevano che il tempo delle cambiali era finito: errore madornale.
In questo circo infinito qualche considerazione si può fare: i prezzi fissati uno o due anni fa sui diritti o obblighi di riscatto sono stati quasi tutti rinegoziati al ribasso, segno che il valore dei giocatori in serie A sta scendendo anche velocemente.
Secondo: la composizione delle squadre procede un po' tutta a rilento ed è condizionata dalla vendita di qualche giocatore di valore. Terzo (e non è una novità): la serie A ormai fa parte delle squadre di supporto a quelle inglesi e spagnole.
È tutto un male che ciò accada? No, se nel nostro campionato si lanciassero davvero dei giovani, con voglia di mettersi in mostra. Ne beneficerebbero i costi dei club, ma il debito fa vivere più a lungo, dicevano i nostri vecchi.
Cambierà qualcosa? Con questa classe dirigente mai.


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