Gabriele Gravina
Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio

Sui traguardi raggiunti

Emozione perché avverto la vostra fiducia, vivo il calcio da 40 anni e ho assaporato vittorie e sconfitte. In queste altalene di emozioni c’è una convinzione radicata in me: non ho mai smesso di considerare il calcio come l’attività più rassicurante del mondo. Questo mi regala un’incrollabile fiducia morale, il calcio fa bene all’Italia. Non smettiamo mai di testimoniarlo con forza. 

Se guardo indietro a questi sei anni vissuti insieme ci sono tanti momenti felici. Abbiamo tenuto vivo il calcio italiano nel tunnel della pandemia, sfidando il pessimismo e il moralismo affermando il diritto alla felicità che rappresenta il calcio come più grande fabbrica di emozioni del pianeta. È stata la sfida più dura degli ultimi 70 anni, abbiamo promosso la trasparenza, la sostenibilità economica del calcio pur considerando il ritardo nelle strutture e la maggior concorrenza europea con flussi economici provenienti anche da potenze che fanno lievitare contratti e costi.

 Abbiamo proposto la nuova giustizia sportiva, un presupposto fondamentale per la tutela del nostro sport per sanzionare offese, discriminazioni, atti di violenza e intimidazione dentro e fuori dallo stadio segnando i doveri dei club nello spirito di collaborazione. Ci siamo offerti come apripista e modelli di sperimentazione per aumentare la spettacolarizzazione del nostro sport.

Sugli obiettivi

L’individuazione dei cinque stadi per l’Europeo del 2032, lo sviluppo di Vivo Azzurro per il racconto sulle attività della federazione. Rivisitazione del settore giovanile scolastico con l’obiettivo di aumentare i tesserati, il miglioramento del settore giovanile scolastico di dialogare con il territorio. La valorizzazione del calcio femminile e degli investimenti nei settori giovanili, in piena linea con la riforma Zola. 

Questo è quello che il calcio può fare da solo, poi ci sono delle riforme che impegnano governo e lo stato. Mi riferisco alla necessità che il legislatore reintroduca un regime fiscale agevolato per tesserare calciatore di primo livello residenti all’estero. È un dato oggettivo, grazie ai benefici del decreto crescita non più vigente i nostri club sono stati protagonisti a livello internazionale. 

Mi riferisco ancora al riconoscimento del tax credit per investimenti virtuosi nei settori giovanili e nelle strutture, snellire la burocrazia con una legge sugli stadi. Investire una percentuale degli introiti delle scommesse, associando percorsi di contrasto alla ludopatia. L’abolizione di divieto di pubblicità di scommesse sul calcio, al completamento della disciplina sull’apprendistato e il riconoscimento della FIGC di impresa sociale. 

Questa non è una richiesta simbolica, il calcio è un asset strategico e una straordinaria opportunità per gli italiani. Siamo uno dei motori del paese, per ogni euro riconosciuto allo stato ne riconosciamo allo stato 19,7. Siamo anche decisivi per la salute pubblica grazie all’equilibrio sociale che costruiamo, questo è condiviso dall’UEFA che ha sostenuto la nostra strategia.