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Roma Torino, Marco Baroni in conferenza stampa
Roma Torino, Marco Baroni in conferenza stampa

Un bilancio dei primi 100 giorni

Sono stati 100 giorni intensi, di dedizione e passione. E' ciò che porto nel mio bagaglio del lavoro. L'entusiasmo e la gioia sono alla base di tutto: stiamo lavorando sull'assemblaggio della squadra, c'è sempre maggiore conoscenza reciproca. Sono contento del processo, ora si lavora duro ma non ci spaventa.

Su Nkounkou e Biraghi

Questa parola non mi piace, per me sono tutti titolari: lo dico anche ai miei giocatori, si gioca in 16 e chi entra è sempre più importante. Nell'ultima mezz'ora cambiano i risultati, chi entra è più importante di chi comincia. 

Avevamo bisogno di un giocatore come Biraghi, ci mancava una pedina a sinistra: Nkounkou ha forza, grande fisicità ed energia, ha un buon piede. Sta cercando di entrare nel lavoro di squadra, cercando di capire il nostro calcio e il nostro campionato. Ci darà un sostegno importante.

La Roma non ha ancora subito gol: come si scardina la difesa?

Troveremo una squadra solida, serve una gara di grande spessore. L'unica cosa che non puoi fare è una gara a basso ritmo, saranno importanti i duelli.

Adams o Simeone davanti?

Sono due giocatori forti, ho parlato con loro e in questo momento anche per esigenze di squadra uno parte, l'altro entra. Ma lavoriamo anche per farli stare in campo insieme: quelli bravi provo sempre a metterli. Specialmente in attacco, quando la squadra ha trovato identità e solidità, possono e dovranno giocare insieme.

Cairo chiede risultati

Stiamo lavorando per questo. Ogni giorno partiamo dall'atteggiamento mentale, ho parlato di primo mattoncino e mi riferivo a questo: serve forza mentale per arrivare a ciò che vogliamo. Siamo i primi desiderosi. Pressione? Noi si vive di questo: senza pressione, cosa sarebbe il nostro lavoro? Noi la vogliamo, ogni giorni rinnoviamo una sfida con noi stessi. E mi piace.

Torino ancora senza identità?

Non è queste cose si costruiscono in due minuti...Non voglio alibi, l'identità di squadra è un lavoro complesso. Sono arrivati giocatori che non avevano un minutaggio importante, non hanno un interruttore e lavoriamo su questo tutti i giorni. E' il passo più importante quello dell'identità, ma richiede un po' di tempo.


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