Arriva il Parma del ritrovato Gervinho

Una stagione sulle montagne russe, quella del Torino: di Mazzarri prima, di Longo poi. Ebbene sì, perché nemmeno con il cambio di allenatore i granata hanno innestato quel cambio di marcia che il Presidente Cairo si augurava con l’arrivo dell’ex giocatore del Toro in panchina. Una stagione cominciata molto presto e bene, con i preliminari di Europa League a gonfie vele fino a quello sfortunato sorteggio nella finale contro i Wolves, capaci di imporre il loro maggior tasso tecnico soprattutto nel match di andata.

Una preparazione fisica anticipata che aveva permesso al Toro di attuare un buon avvio di campionato, con qualche passo falso inatteso come la sconfitta casalinga col Lecce e straordinari expolit, come quello esterno contro l’Atalanta. Poi, è cominciato un sali e scendi infinito che ha fatto da filo conduttore a tutto il girone di andata e all’inizio di quello di ritorno, costato poi la panchina a Walter Mazzarri.

Domenica pomeriggio nel tradizionale orario delle 15 arriva allo Stadio Olimpico il lanciatissimo Parma di D’Aversa, che nel precedente turno di Sassuolo ha ritrovato un Gervinho che era praticamente con la valigia a Dubai a fine mercato. Un pericolo in più per il Torino, che stando alle quote relative alla prossima giornata di Serie A gode comunque dei favori del pronostico, con la vittoria casalinga data a 2.05. Per quanto concerne la vittoria in trasferta dei ducali la quota è di 3.50, poco più alta del pari fra le due compagini dato a 3.40.

Per il Torino vige la necessità dei tre punti non solo per scacciare via questo lungo periodo negativo, ma anche perché nel frattempo la quota salvezza si è pericolosamente alzata ed avvicinata, per via della striscia inattesa di vittorie consecutive da parte di Genoa e Lecce, ora non più così lontane. E pensare che dopo la vittoria casalinga, sofferta, contro il Bologna i granata erano in pienissima zona Europa: tutto è cambiato in un mese, dai risultati all’allenatore.

Quello che non è mai davvero cambiato è il gioco, sotto accusa da parte dei tifosi, mai veramente entusiasti di Mazzarri, anche nella scorsa ottima stagione che aveva portato il Toro in Europa League. Tutto ci si poteva attendere meno che un’annata così altalenante, visto e considerato che Cairo era riuscito a non vendere nessuno dei propri gioielli anzi, aggiungendo un colpo da 90 ed esoso come Verdi, a dir poco deludente nonostante l’ampio minutaggio sia con Mazzarri che nelle prime due uscite con Longo.

Due sconfitte consecutive nei primi due match dell’ex allenatore del Frosinone: la zona Europa ormai lontana, seppur non definitivamente e quella retrocessione mai così vicina domenica pomeriggio una sfida che poteva avere il sapore dello scontro diretto europeo ma che si è invece trasformata per il Torino in una partita da vincere a tutti i costi per scacciare l’incubo di dover lottare per non retrocedere.


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