“Dunque, dove eravamo rimasti?”. Per citare una celebre frase del grande Enzo Tortora alla ripresa del “suo Portobello”, dopo la sua piena, ma tardiva assoluzione, dalla triste vicenda giudiziaria di cui fu ingiustamente protagonista. E il Toro dov’era rimasto, prima dell’inizio del “lockdown” causato dal Covid-19? Il Toro era in ambasce perché le ultime sei partite disputate si erano concluse con altrettante sconfitte, e lo spettro della retrocessione, termine che dovrebbe scomparire per sempre dal vocabolario granata, era diventato d’attualità. Neanche il cambio di allenatore, con il subentro di Moreno Longo a Walter Mazzarri, aveva sortito effetti positivi, cosicché il filotto negativo di sei sconfitte consecutive lasciava spazio ad un reale pessimismo. 

Dopo tante incertezze, contrasti vari e uscite fuori luogo, gli Organi deputati hanno deciso di far ripartire il campionato il 20 giugno, con il recupero dei quattro incontri della 25^ giornata all’epoca non disputati, a causa del Covid-19. Il Toro scenderà in campo al “Grande Torino” alle h. 19,30 per affrontare il Parma, che lo sopravanza in classifica di ben otto punti. Nel frattempo il Presidente Cairo ha ingaggiato un nuovo DS in sostituzione di Massimo Bava, ritornato a dirigere il Settore Giovanile granata, che aveva fatto molto bene sotto la sua gestione. Il nuovo DS è Davide Vagnati, già alla Spal, un giovane ambizioso che sembra avere le carte in regola per svolgere il suo lavoro, sempreché sia messo in condizione di farlo. Baselli si è infortunato, ma sembra che il timore di un lungo stop sia alle spalle, dopo gli ultimi accertamenti effettuati. Ed ancora, l’International Football Association Board (IFAB) ha dato l’ok al cambiamento temporaneo della regola sulle sostituzioni, portandole a cinque. La proposta era stata avanzata dalla FIFA per far fronte al dispendio di energie causato dal numero elevato di partite da disputare in un breve arco temporale. Non so se il Toro potrà trarre vantaggio da questa nuova regola, perché la panchina granata non è “lunga” e, purtroppo, non si può dire che si caratterizzi per una elevata qualità. Mister Longo ha chiamato in prima squadra  alcuni giovani promettenti della Primavera, per colmare almeno l’aspetto quantitativo.    

Sarà interessante vedere come reagiranno le squadre dopo la sosta forzata, il tour de force imposto dalle date ravvicinate per poter concludere il campionato, e il dover giocare a porte chiuse. Inoltre, occorrerà valutare se il periodo di preparazione, necessariamente non lungo, produrrà effetti negativi sulla condizione fisico-atletica dei giocatori. La pandemia del Covid-19 ha modificato le nostre vite, ed ha inciso su tutti i settori di attività. A tutto questo si aggiungono i vari rumors di mercato. Il Gallo Belotti è passato dal Napoli, al Milan, alla Fiorentina; Salvatore Sirigu, dal Napoli alla Roma, al Milan, Izzo all’Inter in cambio di Gagliardini, Nkoulou all’estero, e via discorrendo. Uno che si è detto contento di restare al Toro è Ansaldi, giocatore di cui ammiro la serietà e la classe, a prescindere dal proposito espresso. Io dico che se si vuole costruire una squadra veramente competitiva, bisogna avere dei punti fermi, e questi non possono essere che Sirigu e Belotti, e da qui inserire dei giocatori di livello. Si fa il nome di Joao Pedro del Cagliari, in cambio di Zaza più 10 milioni di Euro, e di Fares in uscita dalla Spal, grazie alle buone entrature di Vagnati. Intanto bisognerà affrontare bene questa ripresa del campionato, interrompendo quella catena di sconfitte che hanno collocato il Toro nella parte bassa della classifica. E’ incredibile come la stessa squadra sia passata dal lottare per un posto in Europa, a dover combattere per non retrocedere. Sarebbe interessante sapere cosa è effettivamente successo in seno alla Società, alla squadra, o nella testa dei calciatori perché alcune sconfitte sono inspiegabili, specialmente al modo in cui sono maturate; il 7 - 0 inflitto dall’Atalanta al “Grande Torino” e il 4 - 0 patito a Lecce. Tra le tante cose lette sui giornali, figura anche la presunta preoccupazione di Longo per fermare Gervinho; ma un Izzo o un Nkoulou in forma non avrebbero problemi a bloccare il pur valido calciatore ivoriano, e così dimostrare che una delle più forti difese dello scorso campionato è ancora in grado di dire la sua in materia. E così dovrà avvenire per il nostro attacco, specialmente da parte del tanto atteso Belotti, i cui goal sono fondamentali per il Toro.

Franco Venchi   


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