Il saluto del Torino a Belotti

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Andrea Belotti
Andrea Belotti - 232 gare - 100 gol in maglia granata

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Caro Andrea, prendiamo atto della tua decisione di intraprendere una nuova esperienza, da oggi le nostre strade si separano. Abbiamo vissuto insieme sette stagioni, che nel calcio moderno rappresentano un legame molto forte, condividendo sempre con la stessa passione gioie e sofferenze, emozioni e delusioni. Ti ringraziamo per tutto quello che ci hai dato, orgogliosi con il contributo di tutti di ciò che sei diventato per il Toro e ti salutiamo con un grande in bocca al lupo per il proseguimento della tua carriera.

(torinofc.it)

15 Commenti

  1. Eppure il suo silenzio non riesco a trovarlo offensivo. Tutt’altro. Tutti i giocatori lasciano con il solito messaggio Istagram. Va bene, ci mancherebbe, oppure un saluto alla curva nell’ultima partita, come Bremer. Lui no. Sappiamo tutti che senza dubbio il Gallo era ed è un bravo ragazzo, da tutti ben voluto. Questa sua scelta, secondo me, nasconde altro. Mi piace pensare che nasconda la sua sofferenza, il suo dispiacere a lasciare la città, la squadra, e anche i tifosi. Belotti lo sapeva bene di essere il recordman, il simbolo, il più amato e per questo, credo, ha tentennato fino all’ultimo con noi. Perchè in fondo sperava di restare se ci fossero state le condizioni. Ma la vicenda Brekalo, quella Praet e ora quella di Mandragora sono state il colpo di grazia sulle sue ambizioni e a quel punto ha deciso. Il fatto che la società alle 9 di stamattina abbia già pubblicato il suo addio è il segno che fosse già al corrente di tutto ( e credo anche Juric). Non riesco a pensare a Belotti come strafottente e indifferente ai suoi tifosi, non lo ha mai fatto. Per questo il mio, anzi il nostro è un vero dispiacere, quasi un dolore. Perdiamo un simbolo, il più Toro dei giocatori del Toro degli ultimi 30 anni. Per me dai tempi di Lentini, Scifo e Martin Vasquez. Perdonate le mie lungaggini ma devo elaborare il lutto…

  2. Ciao Andrea . Sono triste per il tuo addio ma non riesco ad avercela con te per il tuo silenzio. La riconoscenza e la gratitudine sono merce rara in questo calcio spazzatura e non voglio cadere anch’io in questo oblio . Sei stato un simbolo e solo grazie a te molti bimbi sono diventati granata !!! Non è cosa da poco e a loro mancherai molto di più che a noi , vecchi cuori granata . Tantissimi auguri per il tuo futuro . Non ti dimenticheremo. Buona vita e sempre FV❤️G .

  3. Concordo, e a questo punto meno male che non sia rimasto così Pupi rimane
    sempre più in alto, anche staticamente (oltre che nel cuore, ovviamente) di Andrea.

  4. Leggendo i vari siti: toronews e torinogranata, sembra che NON ci sia possibilità di arrivo neppure per l’altro francese, Armand Laurentie, e nemmeno per Maggiore… Boh..?

  5. Dalla, da certi soggetti non mi sorprende leggere certe castronerie sul Gallo, da te invece mi sorprende e mi permetto di dire mi amareggia anche un po.
    Vabbè adesso tranquilli che arriveranno nuovi giocatori che segneranno valanghe di gol, faranno sognare i bambini, ma soprattutto saranno dei meravigliosi comunicatori come l’epoca attuale esige.
    Poveri noi…

  6. Commento su Toro. it di Venezia Granata: “Diciamolo una volta per tutte. L’obiettività di giudizio nei confronti di Belotti è impossibile, perché è impossibile quando una storia d’amore si interrompe. L’unica cosa che si può dire in questo caso – senza essere forse attaccati dagli uni o dagli altri – è che ogni tifoso del Toro è stato innamorato – calcisticamente parlando – del Gallo, almeno per qualche settimana e mese: per le due rovesciate al Sassuolo, i bolidi contro Roma e Milan, le galoppata di 50 metri contro l’Udinese, gli (ahimé) pochi goal alla Juve. E ogni innamorato poi reagisce come sa e come può quando viene lasciato: chi minimizzando i pregi e accentuando i difetti, chi fingendo disinteresse, chi dando la colpa agli altri, chi perdonando tutto in nome di un sentimento che non andrà comunque via. Da parte mia penso invece alle ragioni dell’innamoramento che per me non sono stati (solo) i goal, ma il riconoscere in questo ragazzo bergamasco qualcosa di granata/ismo: madre natura che non gli ha dato classe sopraffina, ma una grande passione e una forza e determinazione come pochi; il sorriso talvolta beffardo e la pazienza anche quando la palla non entrava; quella gobba che non è la gobba dei gobbi, ma è lo sgobbare come gesto contadino di arare (i campi) e raccogliere i frutti; la timidezza che diventa timore, riserbo e forse anche silenzio davanti a troppa gente a cui non vuoi far sapere.
    Per queste ragioni credo che ci sia un abisso – anche simbolico – tra l’addio del Gallo e quello di altri giocatori forti come Immobile, D’Ambrosio, Glik, Cerci, Ljajić, Mandragora e chi più ne ha più ne metta. Ecco forse Darmian è stato il penultimo dei granata-dentro ad andarsene e auguro al Gallo la stessa strada e gli stessi successi di Matteo, anche da panchinaro, anche da non protagonista. Merita felicità, merita un sorriso, anche se ci ha (giustamente) lasciato.”

  7. Guardate, è passata una giornata e non riesco a farmene una ragione. Va bene, d’accordo c’era da aspettarselo, ma dopo il 4 maggio e l’affetto ricevuto e dato con la sua grande disponibilità ed entusiasmo ci ho creduto. E’ vero, ho creduto anche all’Europa dopo la vittoria sulla Fiorentina, ma non credevo che finisse. Ho 53 anni e non sono così sicuro che vedrò un altro attaccante da 113 gol con la nostra maglia. Come ho detto stamattina, non ci credo che lui sia indifferente all’affetto della città o dei tifosi. A Torino è nata sua figlia, si è consacrato, è stato il capitano indiscusso, non uno Zaza qualsiasi. Anche questa è da mettere sul conto di Cairo…

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